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Modifiche nel settore del fast fashion

Charlotte Nisbet, Governance and Responsible Investment Analyst, e Ama Seery, ESG Analyst del Global Sustainable Equity Team, analizzano i danni ambientali associati al fast fashion e il modo in cui alcune aziende stanno trasformando il settore.


Charlotte Nisbet

Charlotte Nisbet

Analista di governance e investimento responsabile


4 giu 2020
5 minuti di lettura

In sintesi

  • Il settore della moda, che rappresenta fino al 10% delle emissioni globali di gas serra, è uno dei maggiori responsabili dei danni ambientali.
  • Alcune grandi aziende stanno sfidando il modello "take‑make‑dispose" riutilizzando e rivendendo capi d'abbigliamento indesiderati. In effetti, il mercato della rivendita di scarpe da ginnastica è in ascesa: secondo le stime, nel 2019 il suo valore era pari a 2 miliardi di dollari ed entro il 2025 dovrebbe raggiungere i 6 miliardi di dollari.
  • Adidas e Nike investono nello sviluppo di modelli di business circolari per rendere i loro prodotti più sostenibili e nel 2021 sarà lanciata la prima scarpa da corsa completamente riciclabile.

Prendere atto del problema

Tuttavia, vi sono molte interessanti opportunità d'investimento in marchi e tecnologie che si adeguano e mettono la sostenibilità al centro dei loro modelli di business. Attualmente, l'attenzione degli investitori è puntata sull'epidemia del COVID-19 e sul modo in cui le aziende usciranno dalla crisi, e il fast fashion dovrà adeguarsi e intervenire su alcune delle sue pratiche per ridurre al minimo l'impatto sull'ambiente.

Future of retail – resale?

Il settore del fast fashion ha creato il modello "take-make-dispose", che ormai è ben radicato nella società globale. Si stima che negli ultimi 15 anni la produzione sia all'incirca raddoppiata e che a questa dinamica sia direttamente correlato il calo dell'utilizzo di ciascun capo di abbigliamento. In questo modo, il comparto ha intrapreso una traiettoria negativa dal punto di vista ambientale e, secondo l'Ellen MacArthur Foundation, entro il 2050 potrebbe utilizzare più del 26% del bilancio mondiale del carbonio.

In particolare, il mercato della rivendita di scarpe da ginnastica è in aumento . Secondo la banca d'investimento Cowen & Co., in Nord America nel 2019 aveva un valore di 2 miliardi di dollari ed entro il 2025 arriverà a 6 miliardi. All'interno di questo mercato, la vendita di scarpe di seconda mano occupa un posto di rilievo. Un buon esempio è il sito GOAT.com, una piattaforma per la vendita di calzature: i venditori inviano le scarpe da ginnastica, che vengono autenticate, pulite e vendute sul sito web. Sono state create molte altre piattaforme dedicate agli indumenti di seconda mano per sostenere il mercato della rivendita, che ha molto successo tra i millennial e Generazione Z.

Questo mercato ha un ruolo importante nella sostenibilità del comparto dell'abbigliamento e contribuisce a prolungare la vita dei prodotti. È importante sottolineare che si basa su prodotti di alta qualità che possono essere usati per un lungo periodo. Ne consegue la creazione e la produzione di abiti e scarpe di qualità superiore da parte di società come Nike e Adidas, che possono offrire a clienti e aziende l'interessante opportunità di rivendere i prodotti anziché considerarli articoli usa e getta che finirebbero per aggravare i problemi di spreco che affliggono il settore.

Creare un modello di business circolare

Molte aziende si sono dimostrate all'altezza della sfida e per prime hanno modificato i loro modelli di business per cercare di rendere i loro prodotti più sostenibili.

Nell'ambito dell'analisi ambientale, sociale e di governance (ESG) della Global Sustainable Equity Strategy, esaminiamo il ciclo di vita dei prodotti delle aziende e il modo in cui queste ultime intendono adottare modelli di economia circolare. All'interno del nostro tema "Qualità della vita", attualmente investiamo nelle aziende di abbigliamento e articoli sportivi Adidas e Nike, due dei marchi più popolari sul mercato della rivendita. I capi che producono incoraggiano a condurre uno stile di vita sano e attivo, che è una componente essenziale della salute e del benessere. Siamo convinti che il design di alta qualità dei prodotti e le tecnologie brevettate di Adidas e Nike siano i principali driver dell'alto valore dei loro marchi e della fedeltà dei clienti. Entrambe le aziende hanno investito in ricerca e sviluppo (R&S) e nella tecnologia per creare modelli di business più circolari. Interagiamo frequentemente con queste imprese per capire come intendono investire nella creazione di prodotti più sostenibili e come stanno lavorando per raggiungere i loro ambiziosi obiettivi di sostenibilità, che saranno sempre più importanti con il riavvio della produzione dopo l'allentamento delle misure di isolamento a livello globale.

Adidas lavora per incrementare l'uso di materiali più sostenibili nel processo produttivo e nei suoi prodotti, orientandosi verso soluzioni "a circuito chiuso". La società ha annunciato che a partire dal 2024 userà solo poliestere riciclato in ogni prodotto e applicazione che lo permettano. Futurecraft Loop, la prima scarpa da corsa completamente riciclabile, sarà lanciata nel 2021.

Allo stesso modo, Nike lavora alla creazione di un modello di business più circolare che prevede l'utilizzo di materiali riciclati (riutilizzati) in molti dei suoi prodotti principali. Il filato con anima in poliestere utilizzato per le scarpe Flyknit è interamente composto da poliestere riciclato, e per produrlo Nike ha recuperato dalle discariche più di 4 miliardi di bottiglie di plastica. La sostenibilità non è una nuova tendenza per Nike: nel 1992 è stata lanciata l'iniziativa Nike Grind, che raccoglie scarpe sportive e materiali per la produzione in eccesso che vengono utilizzati per creare nuove calzature, capi d'abbigliamento e superfici sportive.

Una responsabilità collettiva

Possiamo assumere un atteggiamento responsabile come consumatori, facendo capire ai rivenditori che vogliamo indumenti e scarpe prodotti in modo sostenibile, e come investitori, scegliendo i titoli delle migliori aziende della loro categoria, che mettono i modelli di business circolari al centro della loro attività e innovano per rendere più sostenibile il contesto commerciale.

 

 1 Ellen MacArthur Foundation, A new textiles economy: Redesigning fashion’s future, (2017, http://www.ellenmacarthurfoundation.org/publications).

 2 UNEP ‘Fashion’s tiny hidden secret’ (2019, https://www.unenvironment.org/news-and-stories/story/fashions-tiny-hidden-secret).advisor/uncertainty/

 3 BCG e Global Fashion Agenda, "Pulse of Fashion Industry", 2017, https://globalfashionagenda.com/wp-content/uploads/2017/05/Pulse-of-the-Fashion-Industry_2017.pdf

4 Boston Publishing Group and Global Fashion Agenda. “Pulse of the Fashion Industry.” 2017.

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