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Sono Jeremiah Buckley, co-gestore di portafoglio della strategia Janus Henderson Balanced.
Il secondo trimestre è stato molto positivo per i mercati azionari. L'S&P 500 ha guadagnato oltre il 20%. Diversi fattori hanno sostenuto l'ottima performance delle borse nel secondo trimestre.
Innanzitutto, una certa stabilizzazione dell'impatto della pandemia, che ha indotto diversi stati e paesi a proseguire con la graduale riapertura delle loro economie.
Sono stati compiuti anche notevoli progressi sul fronte della cura e della ricerca sui vaccini per cercare di ridurre la gravità di questo virus e poter continuare a riaprire le economie.
Tra l'altro, abbiamo assistito a uno stimolo fiscale e monetario senza precedenti che ha aiutato le economie a stabilizzarsi durante il trimestre, creando un contesto molto più favorevole per gli asset rischiosi come le azioni.
Sono Greg Wilensky. Sono co-gestore delle strategie Balanced.
Sono responsabile del reddito fisso statunitense presso Janus Henderson e cogestisco la componente obbligazionaria della strategia con Michael Keough.
Nel primo trimestre i rendimenti dei buoni del Tesoro sono nettamente diminuiti e in un contesto di netta avversione al rischio sui mercati obbligazionari questo calo è stato controbilanciato da un notevole ampliamento degli spread delle obbligazioni societarie, dei titoli cartolarizzati, di quelli dei mercati emergenti, praticamente di tutti gli strumenti diversi dai buoni del Tesoro. Nel primo trimestre i rendimenti dei buoni del Tesoro sono scesi notevolmente nella fase di avversione al rischio, mentre i segmenti con spread, come le obbligazioni societarie, gli ABS e i Commercial Mortgage-Backed Securities, hanno registrato un netto ampliamento degli spread, sottoperformando i buoni del Tesoro. Nel secondo trimestre, la situazione si è quasi capovolta. I rendimenti dei buoni del Tesoro non sono aumentati, sono rimasti relativamente stabili, ma gli spread delle obbligazioni societarie e degli ABS si sono nettamente ridotti, generando alcuni tra gli extra-rendimenti più elevati mai registrati rispetto ai buoni del Tesoro.
Nel corso del trimestre la Janus Henderson Balanced Strategy ha sovraperformato il Balanced Index, che come sapete è composto per il 55% dall'S&P 500 e per il 45% dal Barclays Ag, ma ha sottoperformato il nostro benchmark principale, l'S&P 500. La componente azionaria della della Balanced Strategy ha registrato un andamento nel complesso in linea con quello dell'S&P 500, mentre la componente obbligazionaria ha sovraperformato l'indice Barclays Ag nel trimestre. Ma il portafoglio obbligazionario ha fatto da zavorra, impedendoci di conseguire una performance in linea con quella dell'S&P 500.
Abbiamo chiuso il trimestre con una ponderazione azionaria del 58% e obbligazionaria del 42% rispetto a fine marzo, poiché abbiamo chiuso il primo trimestre con il 48% di azioni e il 52% di obbligazioni. Nel corso del trimestre abbiamo rafforzato l'esposizione azionaria: con l'aumentare della fiducia nelle prospettive per l'economia e alla luce delle valutazioni interessanti delle azioni, in termini di rischio/rendimento ci è sembrato opportuno incrementare l'esposizione agli asset rischiosi. Abbiamo iniziato a osservare una stabilizzazione nei paesi fuori dagli Stati Uniti che avevano dovuto affrontare il Covid prima di noi. Giungono dati positivi sull'economia e sulla ripresa da quei paesi. Quando l'economia statunitense è stata chiusa non avevamo molta visibilità sulle condizioni future dell'economia, ma con il loro arrivo i dati sulla spesa ci hanno dato maggiori certezze riguardo ad alcuni dei possibili scenari peggiori.
In secondo luogo, abbiamo visto risultati più incoraggianti sul fronte delle potenziali cure contro il Covid e vi sono stati notevoli sviluppi da parte di diverse aziende per quanto riguarda i vaccini.
E questo induce a sperare che l'impatto di questa pandemia possa essere temporaneo per quanto riguarda gli effetti sulle economie globali. Infine, nel trimestre abbiamo osservato un aumento dell'occupazione dal punto di minimo che ci ha ispirato maggiore fiducia per quanto riguarda la ripresa della spesa per consumi e delle imprese, come confermato anche da numerosi dati sui pagamenti verso la fine del trimestre.
Oltre a orientare maggiormente la nostra asset allocation verso le azioni negli ultimi tre mesi, abbiamo continuato a incrementare l'esposizione al rischio nella componente obbligazionaria.
Abbiamo rafforzato la ponderazione complessiva delle obbligazioni societarie. Abbiamo anche inserito strumenti cartolarizzati come CMBS e ABS nel trimestre. Sempre più fiduciosi nelle misure adottate dalla Fed, nel sostegno di cui godono le imprese e i consumatori grazie agli interventi delle autorità e negli effetti positivi delle misure di isolamento, abbiamo continuato a incrementare il rischio complessivo nella componente corporate del portafoglio.
Abbiamo inserito innanzitutto titoli dei settori più difensivi. I settori e le società che a nostro parere, anche in caso di rallentamento o di ulteriori problemi sul fronte del Covid, dovrebbero essere in grado di sopportare l'incertezza economica che probabilmente ci attende.
L'obiettivo era sfruttare alcuni spread assai ampi, alcuni sconti notevoli offerti dal mercato primario. Con il passare del tempo, con il restringersi di questi spread, abbiamo diversificato le posizioni sostanzialmente per distribuire l'esposizione lungo la curva dei rendimenti, passando ad altri emittenti che magari non avevano emesso obbligazioni sul mercato primario, per diversificare il portafoglio e ridurre il rischio complessivo.
In media, siamo senz'altro più ottimisti rispetto alla fine del primo trimestre. Abbiamo più motivi per essere ottimisti. Ma d'altro canto permane una notevole incertezza e non vogliamo perdere di vista questo aspetto.
L'incertezza riguarda soprattutto il virus, l'eventualità che si verifichi una seconda ondata, gli sviluppi dal punto di vista terapeutico o di un vaccino, questi sono chiaramente i problemi più importanti per noi e stiamo iniziando a osservare impennate dei contagi in molti stati qui negli USA e un aumento anche in alcuni paesi all'estero. A nostro avviso, le prospettive per le azioni restano favorevoli. Continuiamo a concentrarci su società che godono di vantaggi competitivi, che operano in settori caratterizzati da una crescita a lungo termine o che continuano a investire nella loro attività per sfruttare queste opportunità di crescita, e su società flessibili dal punto di vista del bilancio e del cash flow per poter superare fasi come quella che abbiamo appena attraversato e gli alti e bassi che probabilmente dovremo affrontare nel prossimo futuro durante questa ripresa economica.
Il fattore chiave per la prosecuzione. della ripresa dei mercati resterà la nostra capacità di sconfiggere la pandemia.
Continueremo a monitorare attentamente la situazione, il ritmo della ripresa economica e la riapertura delle economie in tutto il mondo per vedere se l'attività riuscirà a ripartire senza che si registrino nuovamente netti aumenti dei contagi. Resta da vedere anche come reagiranno i governi e le banche centrali e se continueranno a sostenere le economie durante questa fase molto difficile e, si spera, transitoria per l'economia.
L'altro aspetto di cui iniziamo a parlare sono le elezioni statunitensi di novembre. Quindi, anche se è troppo presto per prendere decisioni e capire cosa ci riserva il futuro, chi potrebbe vincere le elezioni e che tipo di politiche economiche potrebbe adottare, stiamo già formulando ipotesi sul futuro per essere pronti quando sarà il momento e avremo maggiori informazioni per prendere le nostre decisioni.