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Azioni europee: evitare un approccio binario

John Bennett, Director of European Equities, spiega perché gli investitori non dovrebbero adottare un approccio binario al dibattito value/growth e perché ritiene che il peggio debba ancora venire per i mercati finanziari.

John Bennett

John Bennett

Director of European Equities | Gestore di portafoglio


28 giu 2022

In sintesi

  • Ci aspettiamo che i titoli value abbiano la meglio sui growth in quanto l'aumento continuo del costo del denaro esercita pressioni sulle imprese di stile hypergrowth. Tuttavia, è importante scegliere con saggezza, anche nel segmento value.
  • La fase ribassista dei mercati si consolida e prevediamo un futuro turbolento per i consumatori. Per questo motivo, riteniamo importante ridurre l'esposizione ai settori che potrebbero risentire di un calo della spesa al consumo.
  • Benché numerosi investitori seguano il denaro, noi preferiamo guardare alle aree carenti di capitali. Tra di esse vi sono energia, risorse e agricoltura.

Azionario

Binary approach

Mercato ribassista: Un mercato finanziario in cui i prezzi dei titoli sono in calo. Una definizione generalmente accettata è una caduta del 20% o più in un indice per un periodo di almeno due mesi.

Ciclicità: il concetto di qualcosa che si ripete e si rinnova a intervalli di tempo costanti; tutto è ciclico.  In questo contesto, la ciclicità si riferisce all'idea del capitale che confluisce in, e defluisce da, tutti i settori, comprese le aree in voga come la tecnologia.

Nel 2022 il segmento value ha finora ampiamente sovraperformato il growth. Come prevede che si evolva la situazione nel resto dell'anno?

Penso che siamo agli albori di una sovraperformance del segmento value rispetto al growth, ma credo che sia ancora presto. Ciò detto, a mio avviso dobbiamo essere un po' cauti. In questo settore è molto facile essere binari e il dibattito value/growth rientra nella questione. E non credo che tutto il segmento value abbia sovraperformato né che sia destinato a sovraperformare. Ad esempio, il settore privilegiato in ambito value è stato storicamente quello delle banche. Non credo che sia possibile ottenere una sovraperformance tanto duratura dal segmento bancario, storicamente considerato come value rispetto al resto del mercato. Ribadisco quindi che sia tutta una questione di punti di vista. Bisogna essere selettivi anche nell'area value.

Penso però che la corsa del segmento growth sia finita. Sentivo che sarebbe finita. Penso che sia finita. I titoli growth sono finiti. E cosa ne ha causato la fine? Vi è stato un cambiamento nel prezzo del denaro. Vi è stato un cambiamento nel costo del denaro. Si è in pratica passati da "costo zero" a qualche costo e ciò ha infranto il segmento hypergrowth, ossia tutti i titoli di aziende che non fanno profitti, i cosiddetti digital disruptor. È una pura assurdità.

Ma anche l'area meno irragionevole del segmento growth è finita. E con ciò intendo che i lunghi periodi di sovraperformance sono finiti, il trend è cessato.

Il quadro macro attuale ha modificato il vostro approccio all'investimento?

Nel 2022 non è cambiato nulla in termini filosofici, nel senso che intendiamo mantenere sempre un approccio blend, prestando sempre attenzione alla valutazione. Abbiamo però apportato alcune modifiche dovute ovviamente ad alcuni eventi successi nel 2022. La tragedia in Ucraina, che prosegue. Abbiamo dovuto reagire a tale evento. Non abbiamo dovuto reagire all'avvento dell'inflazione perché si tratta in realtà di qualcosa che avevamo ritenuto probabile oltre due anni fa a seguito dell'inizio della pandemia e della risposta geopolitica alla pandemia.

Le modifiche da noi apportate consistono in una riduzione della nostra esposizione ai beni discrezionali perché i consumi sono in via di contrazione. E penso che la contrazione sia destinata a peggiorare prima di migliorare sui fronti di energia e altri beni e servizi. Per quanto riguarda gli alimentari penso che sia imminente un grosso problema in termini di inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari aggravato dagli eventi in Ucraina. Ritengo pertanto che la contrazione dei consumi sia probabilmente da ricondurre ai cosiddetti "acquisti per vendetta", in pratica il revenge shopping si sta allontanando dall'abbigliamento; i rivenditori nel settore dell'abbigliamento iniziano a segnalare problemi nei profitti.Questo tipo di acquisti di rivincita è scaturito dall'uscita da quell'isolamento tra le mura domestiche chiamato lockdown, un'altra scelta insensata da parte dei leader politici [a mio giudizio].Si registrerà ed è in atto mentre parliamo una virata verso il tempo libero e i viaggi. Ritengo che all'arrivo dell'autunno i consumatori dovranno fare i conti con la realtà. Nella prima metà del 2022 abbiamo quindi ridimensionato la nostra esposizione ai beni discrezionali.

Sono preoccupato per le pressioni esercitate dai mercati dell'energia sui prodotti industriali e intendiamo pertanto essere ancora più selettivi nei confronti di tale settore.

A mio giudizio siamo strutturalmente ben posizionati in termini di rapporto growth - value complessivo. Ma credo che due fattori si faranno sentire, gravando nel modo peggiore sugli asset finanziari e questa è un'area interessata dai ribassi e su cui i ribassi graveranno maggiormente. E si farà ancora sentire l'inflazione. Ed entrambi i fattori faranno danni.

Vede opportunità nel segmento dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG)?

In effetti da tempo ritengo che la risposta del settore dell'asset management ai fattori ESG sia stata sbagliata e cinica. Cinica perché si è imperniata sulla raccolta di asset. Una vasta gamma di fondi è stata definita sostenibile e non era molto in voga dirlo qualche tempo fa e credo che ora stia diventando un po' più consueto. Penso che la gente si stia rendendo conto della manna ESG e del cinismo del settore dell'asset management nel definire i fondi come sostenibili e cercare di accaparrarsi asset, il che a mio avviso (e all'epoca l'avevo detto) ha aggravato una allocazione impropria del capitale.

È in atto un ciclo del capitale. La ciclicità si applica a tutto nella vita, anche al capitale. Il capitale è confluito in aree già costose, per esempio la tecnologia. Ecco perché i ribassi colpiranno maggiormente la tecnologia, il Nasdaq. Quella profusione di venture capital, di denaro facile, denaro gratis, è stata abbastanza negativa, ma è stata aggravata dal movimento ESG.

Di conseguenza, ho sempre voluto andare in controtendenza. E le opportunità sono emerse laddove il capitale non era disponibile. Ecco l'opportunità. Andare dove c'è carenza di capitale, o convergere su settori o società che hanno subito carenze di capitale, perché se qualcosa scarseggia, i prezzi salgono. Energia, risorse, agricoltura: ecco dove a mio giudiziosi è aperta la partita. Penso invece che per la tecnologia la partita sia finita e il pubblico si stia dirigendo verso l'uscita.

Nel 2022 il segmento value ha finora ampiamente sovraperformato il growth. Come prevede che si evolva la situazione nel resto dell'anno?

Penso che siamo agli albori di una sovraperformance del segmento value rispetto al growth, ma credo che sia ancora presto. Ciò detto, a mio avviso dobbiamo essere un po' cauti. In questo settore è molto facile essere binari e il dibattito value/growth rientra nella questione. E non credo che tutto il segmento value abbia sovraperformato né che sia destinato a sovraperformare. Ad esempio, il settore privilegiato in ambito value è stato storicamente quello delle banche. Non credo che sia possibile ottenere una sovraperformance tanto duratura dal segmento bancario, storicamente considerato come value rispetto al resto del mercato. Ribadisco quindi che sia tutta una questione di punti di vista. Bisogna essere selettivi anche nell'area value.

Penso però che la corsa del segmento growth sia finita. Sentivo che sarebbe finita. Penso che sia finita. I titoli growth sono finiti. E cosa ne ha causato la fine? Vi è stato un cambiamento nel prezzo del denaro. Vi è stato un cambiamento nel costo del denaro. Si è in pratica passati da "costo zero" a qualche costo e ciò ha infranto il segmento hypergrowth, ossia tutti i titoli di aziende che non fanno profitti, i cosiddetti digital disruptor. È una pura assurdità.

Ma anche l'area meno irragionevole del segmento growth è finita. E con ciò intendo che i lunghi periodi di sovraperformance sono finiti, il trend è cessato.

Il quadro macro attuale ha modificato il vostro approccio all'investimento?

Nel 2022 non è cambiato nulla in termini filosofici, nel senso che intendiamo mantenere sempre un approccio blend, prestando sempre attenzione alla valutazione. Abbiamo però apportato alcune modifiche dovute ovviamente ad alcuni eventi successi nel 2022. La tragedia in Ucraina, che prosegue. Abbiamo dovuto reagire a tale evento. Non abbiamo dovuto reagire all'avvento dell'inflazione perché si tratta in realtà di qualcosa che avevamo ritenuto probabile oltre due anni fa a seguito dell'inizio della pandemia e della risposta geopolitica alla pandemia.

Le modifiche da noi apportate consistono in una riduzione della nostra esposizione ai beni discrezionali perché i consumi sono in via di contrazione. E penso che la contrazione sia destinata a peggiorare prima di migliorare sui fronti di energia e altri beni e servizi. Per quanto riguarda gli alimentari penso che sia imminente un grosso problema in termini di inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari aggravato dagli eventi in Ucraina. Ritengo pertanto che la contrazione dei consumi sia probabilmente da ricondurre ai cosiddetti "acquisti per vendetta", in pratica il revenge shopping si sta allontanando dall'abbigliamento; i rivenditori nel settore dell'abbigliamento iniziano a segnalare problemi nei profitti.Questo tipo di acquisti di rivincita è scaturito dall'uscita da quell'isolamento tra le mura domestiche chiamato lockdown, un'altra scelta insensata da parte dei leader politici [a mio giudizio].Si registrerà ed è in atto mentre parliamo una virata verso il tempo libero e i viaggi. Ritengo che all'arrivo dell'autunno i consumatori dovranno fare i conti con la realtà. Nella prima metà del 2022 abbiamo quindi ridimensionato la nostra esposizione ai beni discrezionali.

Sono preoccupato per le pressioni esercitate dai mercati dell'energia sui prodotti industriali e intendiamo pertanto essere ancora più selettivi nei confronti di tale settore.

A mio giudizio siamo strutturalmente ben posizionati in termini di rapporto growth - value complessivo. Ma credo che due fattori si faranno sentire, gravando nel modo peggiore sugli asset finanziari e questa è un'area interessata dai ribassi e su cui i ribassi graveranno maggiormente. E si farà ancora sentire l'inflazione. Ed entrambi i fattori faranno danni.

Vede opportunità nel segmento dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG)?

In effetti da tempo ritengo che la risposta del settore dell'asset management ai fattori ESG sia stata sbagliata e cinica. Cinica perché si è imperniata sulla raccolta di asset. Una vasta gamma di fondi è stata definita sostenibile e non era molto in voga dirlo qualche tempo fa e credo che ora stia diventando un po' più consueto. Penso che la gente si stia rendendo conto della manna ESG e del cinismo del settore dell'asset management nel definire i fondi come sostenibili e cercare di accaparrarsi asset, il che a mio avviso (e all'epoca l'avevo detto) ha aggravato una allocazione impropria del capitale.

È in atto un ciclo del capitale. La ciclicità si applica a tutto nella vita, anche al capitale. Il capitale è confluito in aree già costose, per esempio la tecnologia. Ecco perché i ribassi colpiranno maggiormente la tecnologia, il Nasdaq. Quella profusione di venture capital, di denaro facile, denaro gratis, è stata abbastanza negativa, ma è stata aggravata dal movimento ESG.

Di conseguenza, ho sempre voluto andare in controtendenza. E le opportunità sono emerse laddove il capitale non era disponibile. Ecco l'opportunità. Andare dove c'è carenza di capitale, o convergere su settori o società che hanno subito carenze di capitale, perché se qualcosa scarseggia, i prezzi salgono. Energia, risorse, agricoltura: ecco dove a mio giudiziosi è aperta la partita. Penso invece che per la tecnologia la partita sia finita e il pubblico si stia dirigendo verso l'uscita.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.

 

Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.

 

Comunicazione di Marketing.

 

Glossario

 

 

 

 

Informazioni importanti

Si prega di leggere attentamente le seguenti informazioni sui fondi citati in questo articolo.

Janus Henderson Fund (il “Fondo”) è una SICAV lussemburghese costituita il 26 settembre 2000 e gestita da Janus Henderson Investors Europe S.A. Janus Henderson Investors Europe S.A. può decidere di risolvere gli accordi di commercializzazione di questo Organismo d'investimento collettivo del risparmio in conformità alla normativa applicabile. Questa è una comunicazione di marketing. Consultare il prospetto dell’OICVM e il KIID prima di prendere qualsiasi decisione finale di investimento.
    Specific risks
  • Le Azioni/Quote possono perdere valore rapidamente e normalmente implicano rischi più elevati rispetto alle obbligazioni o agli strumenti del mercato monetario. Di conseguenza il valore del proprio investimento potrebbe diminuire.
  • Le azioni di società a piccola e media capitalizzazione possono presentare una maggiore volatilità rispetto a quelle di società più ampie e talvolta può essere difficile valutare o vendere tali azioni al momento e al prezzo desiderati, il che aumenta il rischio di perdite.
  • Un Fondo che presenta un’esposizione elevata a un determinato paese o regione geografica comporta un livello maggiore di rischio rispetto a un Fondo più diversificato.
  • Questo Fondo può avere un portafoglio particolarmente concentrato rispetto al suo universo d’investimento o altri fondi del settore. Un evento sfavorevole riguardante anche un numero ridotto di partecipazioni potrebbe creare una notevole volatilità o perdite per il Fondo.
  • Il Fondo potrebbe usare derivati al fine di ridurre il rischio o gestire il portafoglio in modo più efficiente. Ciò, tuttavia, comporta rischi aggiuntivi, in particolare il rischio che la controparte del derivato non adempia ai suoi obblighi contrattuali.
  • Qualora il Fondo detenga attività in valute diverse da quella di base del Fondo o l'investitore detenga azioni o quote in un'altra valuta (a meno che non siano "coperte"), il valore dell'investimento potrebbe subire le oscillazioni del tasso di cambio.
  • Se il Fondo, o una sua classe di azioni con copertura, intende attenuare le fluttuazioni del tasso di cambio tra una valuta e la valuta di base, la stessa strategia di copertura potrebbe generare un effetto positivo o negativo sul valore del Fondo, a causa delle differenze di tasso d’interesse a breve termine tra le due valute.
  • I titoli del Fondo potrebbero diventare difficili da valutare o da vendere al prezzo e con le tempistiche desiderati, specie in condizioni di mercato estreme con il prezzo delle attività in calo, aumentando il rischio di perdite sull'investimento.
  • Il Fondo potrebbe perdere denaro se una controparte con la quale il Fondo effettua scambi non fosse più intenzionata ad adempiere ai propri obblighi, o a causa di un errore o di un ritardo nei processi operativi o di una negligenza di un fornitore terzo.
Janus Henderson Horizon Fund (il “Fondo”) è una SICAV lussemburghese costituita il 30 maggio 1985 e gestita da Janus Henderson Investors Europe S.A. Janus Henderson Investors Europe S.A. può decidere di risolvere gli accordi di commercializzazione di questo Organismo d'investimento collettivo del risparmio in conformità alla normativa applicabile. Questa è una comunicazione di marketing. Consultare il prospetto dell’OICVM e il KIID prima di prendere qualsiasi decisione finale di investimento.
    Specific risks
  • Le Azioni/Quote possono perdere valore rapidamente e normalmente implicano rischi più elevati rispetto alle obbligazioni o agli strumenti del mercato monetario. Di conseguenza il valore del proprio investimento potrebbe diminuire.
  • Un Fondo che presenta un’esposizione elevata a un determinato paese o regione geografica comporta un livello maggiore di rischio rispetto a un Fondo più diversificato.
  • Il Fondo potrebbe usare derivati al fine di conseguire il suo obiettivo d'investimento. Ciò potrebbe determinare una "leva", che potrebbe amplificare i risultati dell'investimento, e le perdite o i guadagni per il Fondo potrebbero superare il costo del derivato. I derivati comportano rischi aggiuntivi, in particolare il rischio che la controparte del derivato non adempia ai suoi obblighi contrattuali.
  • Qualora il Fondo detenga attività in valute diverse da quella di base del Fondo o l'investitore detenga azioni o quote in un'altra valuta (a meno che non siano "coperte"), il valore dell'investimento potrebbe subire le oscillazioni del tasso di cambio.
  • Se il Fondo, o una sua classe di azioni con copertura, intende attenuare le fluttuazioni del tasso di cambio tra una valuta e la valuta di base, la stessa strategia di copertura potrebbe generare un effetto positivo o negativo sul valore del Fondo, a causa delle differenze di tasso d’interesse a breve termine tra le due valute.
  • I titoli del Fondo potrebbero diventare difficili da valutare o da vendere al prezzo e con le tempistiche desiderati, specie in condizioni di mercato estreme con il prezzo delle attività in calo, aumentando il rischio di perdite sull'investimento.
  • Il Fondo comporta un elevato livello di attività di acquisto e di vendita e pertanto sosterrà un livello più elevato di costi di operazione rispetto ad un fondo che negozia con meno frequenza. I suddetti costi di operazione si sommano alle spese correnti del Fondo
  • Il Fondo potrebbe perdere denaro se una controparte con la quale il Fondo effettua scambi non fosse più intenzionata ad adempiere ai propri obblighi, o a causa di un errore o di un ritardo nei processi operativi o di una negligenza di un fornitore terzo.
Janus Henderson Fund (il “Fondo”) è una SICAV lussemburghese costituita il 26 settembre 2000 e gestita da Janus Henderson Investors Europe S.A. Janus Henderson Investors Europe S.A. può decidere di risolvere gli accordi di commercializzazione di questo Organismo d'investimento collettivo del risparmio in conformità alla normativa applicabile. Questa è una comunicazione di marketing. Consultare il prospetto dell’OICVM e il KIID prima di prendere qualsiasi decisione finale di investimento.
    Specific risks
  • Le Azioni/Quote possono perdere valore rapidamente e normalmente implicano rischi più elevati rispetto alle obbligazioni o agli strumenti del mercato monetario. Di conseguenza il valore del proprio investimento potrebbe diminuire.
  • Le azioni di società a piccola e media capitalizzazione possono presentare una maggiore volatilità rispetto a quelle di società più ampie e talvolta può essere difficile valutare o vendere tali azioni al momento e al prezzo desiderati, il che aumenta il rischio di perdite.
  • Un Fondo che presenta un’esposizione elevata a un determinato paese o regione geografica comporta un livello maggiore di rischio rispetto a un Fondo più diversificato.
  • Il Fondo potrebbe usare derivati al fine di ridurre il rischio o gestire il portafoglio in modo più efficiente. Ciò, tuttavia, comporta rischi aggiuntivi, in particolare il rischio che la controparte del derivato non adempia ai suoi obblighi contrattuali.
  • Qualora il Fondo detenga attività in valute diverse da quella di base del Fondo o l'investitore detenga azioni o quote in un'altra valuta (a meno che non siano "coperte"), il valore dell'investimento potrebbe subire le oscillazioni del tasso di cambio.
  • Se il Fondo, o una sua classe di azioni con copertura, intende attenuare le fluttuazioni del tasso di cambio tra una valuta e la valuta di base, la stessa strategia di copertura potrebbe generare un effetto positivo o negativo sul valore del Fondo, a causa delle differenze di tasso d’interesse a breve termine tra le due valute.
  • I titoli del Fondo potrebbero diventare difficili da valutare o da vendere al prezzo e con le tempistiche desiderati, specie in condizioni di mercato estreme con il prezzo delle attività in calo, aumentando il rischio di perdite sull'investimento.
  • Il Fondo potrebbe perdere denaro se una controparte con la quale il Fondo effettua scambi non fosse più intenzionata ad adempiere ai propri obblighi, o a causa di un errore o di un ritardo nei processi operativi o di una negligenza di un fornitore terzo.
John Bennett

John Bennett

Director of European Equities | Gestore di portafoglio


28 giu 2022

In sintesi

  • Ci aspettiamo che i titoli value abbiano la meglio sui growth in quanto l'aumento continuo del costo del denaro esercita pressioni sulle imprese di stile hypergrowth. Tuttavia, è importante scegliere con saggezza, anche nel segmento value.
  • La fase ribassista dei mercati si consolida e prevediamo un futuro turbolento per i consumatori. Per questo motivo, riteniamo importante ridurre l'esposizione ai settori che potrebbero risentire di un calo della spesa al consumo.
  • Benché numerosi investitori seguano il denaro, noi preferiamo guardare alle aree carenti di capitali. Tra di esse vi sono energia, risorse e agricoltura.