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Azioni europee: investire in un contesto inedito

John Bennett, Director of European Equities, illustra come si è evoluto il suo approccio all'Europa in un contesto mutevole.

John Bennett

John Bennett

Director of European Equities | Gestore di portafoglio


3 nov 2022
6 min di visione

In sintesi

  • Le variazioni dei tassi d'interesse hanno offerto la possibilità di sfruttare una posizione tattica nelle banche, che storicamente beneficiano dell'aumento dei tassi. Ciò nonostante, a nostro giudizio il settore non offre un valore intrinseco a lungo termine.
  • Riteniamo che il settore energetico possa assumere un ruolo maggiore nei portafogli d'investimento globali man mano che gli investitori realizzano l'importanza strutturale del petrolio.
  • È fondamentale che gli investitori attivi pretendano che i management team prestino attenzione ai parametri ESG e si concentrino sui tassi di miglioramento.

Il nuovo contesto di tassi d'interesse ha modificato la vostra view d'investimento da tempo negativa sulle banche europee?

Il sottopeso nelle banche è, nel mio caso, una sorta di posizione strutturale storica e una delle decisioni che hanno generato alpha più a lungo, per qualsiasi gestore azionario europeo negli ultimi 5, 10, 20, 30, 50 anni, è stata probabilmente quella di evitare o sottopesare notevolmente le banche.

Sul piano strutturale non vedo molti motivi per modificare tale view. Ma a fronte del cambiamento del contesto dei tassi d'interesse, una modifica l'abbiamo apportata riducendo questo sottopeso.

Di conseguenza non sottopesiamo più le banche come prima, avendo iniziato a modificare la posizione in settembre, principalmente per rispecchiare l'evoluzione continua del contesto dei tassi d'interesse e in pratica nell'intento di controllare/gestire il rischio del portafoglio rispetto al nostro benchmark*. Come sempre guardo alle banche in un'ottica tattica. Tale ottica potrebbe comunque durare diversi mesi, anche 12 o 18 mesi, ma in realtà non trovo che l'investimento nelle banche europee presenti meriti intrinseci su un orizzonte temporale pluriennale.

*Il benchmark è l'indice MSCI Europe.

La vostra ampia esposizione al petrolio è dettata dal prezzo della commodity?

Abbiamo sfruttato il sell-off dei titoli petroliferi in giugno 2022 per decidere di assumere un sovrappeso più significativo. Abbiamo pertanto acquistato titoli petroliferi su ampia scala nel 2022. Non si è trattato di una decisione tattica. Abbiamo acquisito questa posizione nel quadro di un lungo processo di ritorno verso le valutazioni medie. Una ricostituzione di lungo periodo delle posizioni sull'energia nei portafogli d'investimento globali.

I principi ESG hanno introdotto la cultura della cancellazione anche nel settore petrolifero. Ma non penso che la ricostituzione delle posizioni nell'energia all'interno dei portafogli globali ne possa risentire.

Se guardiamo alla percentuale dei titoli energetici nell'indice MSCI World vediamo che nel 2008 ha raggiunto un picco intorno al 14%. Sulla scia dell'eliminazione del petrolio dai portafogli d'investimento, la percentuale ha toccato un minimo del 2,5% dell'indice MSCI World. È quindi scesa dal 14% al 2,5%. Ora si aggira intorno al 5%. Saremmo molto sorpresi se non ritornasse a una media del 10% o attorno a tali livelli.

La nostra posizione nel settore petrolifero è pertanto strutturale. Penso che un'ottima domanda da porsi sarebbe: "come essere certi che non sia solo una scommessa sulla commodity?". Non si può prescindere dal fatto che si tratti di una commodity. E lo si vede nelle fluttuazioni giornaliere quando il Brent passa da 90 dollari a 88 dollari, i titoli petroliferi sottoperformano in quel giorno o in quella settimana, ma è necessario guardare oltre.

A mio avviso, a nostro avviso, la distruzione della domanda, intendo la domanda di petrolio, che sarebbe necessaria per tale commodity dovrebbe essere di un'entità difficile da raggiungere. Vi sarà certamente una distruzione della domanda perché molte delle regioni del mondo, se non gran parte di esse, stanno entrando in recessione, ma saremmo estremamente sorpresi se fosse sufficiente a fare scendere il prezzo del petrolio al di sotto dei 60 dollari.

Come gestori attivi, come misurate i rischi ESG?

Credo che uno degli aspetti su cui abbiamo cercato di essere molto coerenti nelle nostre comunicazioni con i clienti, e in pratica nel modo in cui gestiamo il denaro, sia quello degli ESG. Siamo, a mio giudizio, abbastanza precursori e [un po'] controcorrente e in un certo senso impopolari nel nostro modo di comunicare, avendo detto attenzione, evitiamo di adottare in toto la cultura della cancellazione. Non si tratta di cancellare tali settori, ma quando si fanno investimenti, si investe, si conducono attività di engagement e si pretende dai management team un atteggiamento responsabile a livello di allocazione del capitale e decisionale.

E credo che una delle frustrazioni che abbiamo provato quando gli ESG sono entrati in scena per la prima volta, diciamo un paio d'anni fa, sia stata questa assurda forma di investimento basata su punteggi che è sembrata prevalere. In pratica escludi qualcosa semplicemente perché ha un determinato punteggio. Ora, chiunque sia il provider di dati, vale a dire Sustainalytics o MSCI o S&P, alla fine emerge che i dati non sono stati puliti. Si tratta quindi di dati non scientifici, quindi è possibile che un provider di dati escluda un'azienda produttrice di cemento, ma l'altro dica che va bene.

Noi abbiamo invece detto che non avremmo investito basandoci su punteggi simili. E lo abbiamo detto e lo diciamo ancora nelle nostre presentazioni, non bisogna sorprendersi di vedere ESG 2.0. E si potrebbe vedere 3.0. In altre parole, è un processo iterativo. E ora alcuni messaggi estremamente draconiani che abbiamo letto in materia di asset management, del tipo "questo è escluso, quello è escluso", vengono ora negati e riformulati dicendo: "non intendevamo proprio questo".

Quello che intendevamo veramente è il delta ESG, il tasso di cambiamento, il tasso di miglioramento. Qual è il retroterra di un'azienda e quali sono i suoi obiettivi. Servono le misure giuste, al ritmo giusto, per conseguire gli obiettivi definiti e monitorati in modo indipendente in materia di principi E, S e G.

Non possiamo scegliere semplicemente una delle iniziali. Non si può scegliere la E perché la E fa molta notizia e attira molta attenzione, per ragioni a volte valide e a volte no. Abbiamo sempre condotto attività di engagement in tema S, ma anche G e abbiamo ampliato il nostro engagement sul fronte E. Quindi, per noi non è cambiato nulla.

I parametri ambientali, sociali e di governance (ESG)  sono fattori che esulano dall'analisi finanziaria tradizionale. Ciò può limitare gli investimenti disponibili e tradursi in performance ed esposizioni diverse da quelle del mercato nel suo complesso, e potenzialmente più concentrate in alcune aree rispetto a quest'ultimo.

Alpha è una misura che può aiutare a determinare se un portafoglio gestito attivamente ha creato valore in relazione al rischio assunto rispetto a un indice di riferimento. Un alpha positivo indica che un gestore ha creato valore. L'alpha è la differenza tra il rendimento di un portafoglio e quello del rispettivo indice di riferimento, al netto del livello di rischio assunto.

Sustainalytics, MSCI e S&P forniscono ricerche e rating in materia di ESG e corporate governance per le società quotate.

 

L'indice MSCI World℠ riflette la performance dell'azionario sui mercati sviluppati globali.

L'indice MSCI Europe℠ riflette la performance dell'azionario nei mercati sviluppati europei.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.

 

Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.

 

Comunicazione di Marketing.

 

Glossario

 

 

 

 

Informazioni importanti

Si prega di leggere attentamente le seguenti informazioni sui fondi citati in questo articolo.

Janus Henderson Fund (il “Fondo”) è una SICAV lussemburghese costituita il 26 settembre 2000 e gestita da Janus Henderson Investors Europe S.A. Janus Henderson Investors Europe S.A. può decidere di risolvere gli accordi di commercializzazione di questo Organismo d'investimento collettivo del risparmio in conformità alla normativa applicabile. Questa è una comunicazione di marketing. Consultare il prospetto dell’OICVM e il KIID prima di prendere qualsiasi decisione finale di investimento.
    Specific risks
  • Le Azioni/Quote possono perdere valore rapidamente e normalmente implicano rischi più elevati rispetto alle obbligazioni o agli strumenti del mercato monetario. Di conseguenza il valore del proprio investimento potrebbe diminuire.
  • Le azioni di società a piccola e media capitalizzazione possono presentare una maggiore volatilità rispetto a quelle di società più ampie e talvolta può essere difficile valutare o vendere tali azioni al momento e al prezzo desiderati, il che aumenta il rischio di perdite.
  • Un Fondo che presenta un’esposizione elevata a un determinato paese o regione geografica comporta un livello maggiore di rischio rispetto a un Fondo più diversificato.
  • Questo Fondo può avere un portafoglio particolarmente concentrato rispetto al suo universo d’investimento o altri fondi del settore. Un evento sfavorevole riguardante anche un numero ridotto di partecipazioni potrebbe creare una notevole volatilità o perdite per il Fondo.
  • Il Fondo potrebbe usare derivati al fine di ridurre il rischio o gestire il portafoglio in modo più efficiente. Ciò, tuttavia, comporta rischi aggiuntivi, in particolare il rischio che la controparte del derivato non adempia ai suoi obblighi contrattuali.
  • Qualora il Fondo detenga attività in valute diverse da quella di base del Fondo o l'investitore detenga azioni o quote in un'altra valuta (a meno che non siano "coperte"), il valore dell'investimento potrebbe subire le oscillazioni del tasso di cambio.
  • Se il Fondo, o una sua classe di azioni con copertura, intende attenuare le fluttuazioni del tasso di cambio tra una valuta e la valuta di base, la stessa strategia di copertura potrebbe generare un effetto positivo o negativo sul valore del Fondo, a causa delle differenze di tasso d’interesse a breve termine tra le due valute.
  • I titoli del Fondo potrebbero diventare difficili da valutare o da vendere al prezzo e con le tempistiche desiderati, specie in condizioni di mercato estreme con il prezzo delle attività in calo, aumentando il rischio di perdite sull'investimento.
  • Il Fondo potrebbe perdere denaro se una controparte con la quale il Fondo effettua scambi non fosse più intenzionata ad adempiere ai propri obblighi, o a causa di un errore o di un ritardo nei processi operativi o di una negligenza di un fornitore terzo.
Janus Henderson Fund (il “Fondo”) è una SICAV lussemburghese costituita il 26 settembre 2000 e gestita da Janus Henderson Investors Europe S.A. Janus Henderson Investors Europe S.A. può decidere di risolvere gli accordi di commercializzazione di questo Organismo d'investimento collettivo del risparmio in conformità alla normativa applicabile. Questa è una comunicazione di marketing. Consultare il prospetto dell’OICVM e il KIID prima di prendere qualsiasi decisione finale di investimento.
    Specific risks
  • Le Azioni/Quote possono perdere valore rapidamente e normalmente implicano rischi più elevati rispetto alle obbligazioni o agli strumenti del mercato monetario. Di conseguenza il valore del proprio investimento potrebbe diminuire.
  • Le azioni di società a piccola e media capitalizzazione possono presentare una maggiore volatilità rispetto a quelle di società più ampie e talvolta può essere difficile valutare o vendere tali azioni al momento e al prezzo desiderati, il che aumenta il rischio di perdite.
  • Un Fondo che presenta un’esposizione elevata a un determinato paese o regione geografica comporta un livello maggiore di rischio rispetto a un Fondo più diversificato.
  • Il Fondo potrebbe usare derivati al fine di ridurre il rischio o gestire il portafoglio in modo più efficiente. Ciò, tuttavia, comporta rischi aggiuntivi, in particolare il rischio che la controparte del derivato non adempia ai suoi obblighi contrattuali.
  • Qualora il Fondo detenga attività in valute diverse da quella di base del Fondo o l'investitore detenga azioni o quote in un'altra valuta (a meno che non siano "coperte"), il valore dell'investimento potrebbe subire le oscillazioni del tasso di cambio.
  • Se il Fondo, o una sua classe di azioni con copertura, intende attenuare le fluttuazioni del tasso di cambio tra una valuta e la valuta di base, la stessa strategia di copertura potrebbe generare un effetto positivo o negativo sul valore del Fondo, a causa delle differenze di tasso d’interesse a breve termine tra le due valute.
  • I titoli del Fondo potrebbero diventare difficili da valutare o da vendere al prezzo e con le tempistiche desiderati, specie in condizioni di mercato estreme con il prezzo delle attività in calo, aumentando il rischio di perdite sull'investimento.
  • Il Fondo potrebbe perdere denaro se una controparte con la quale il Fondo effettua scambi non fosse più intenzionata ad adempiere ai propri obblighi, o a causa di un errore o di un ritardo nei processi operativi o di una negligenza di un fornitore terzo.
John Bennett

John Bennett

Director of European Equities | Gestore di portafoglio


3 nov 2022
6 min di visione

In sintesi

  • Le variazioni dei tassi d'interesse hanno offerto la possibilità di sfruttare una posizione tattica nelle banche, che storicamente beneficiano dell'aumento dei tassi. Ciò nonostante, a nostro giudizio il settore non offre un valore intrinseco a lungo termine.
  • Riteniamo che il settore energetico possa assumere un ruolo maggiore nei portafogli d'investimento globali man mano che gli investitori realizzano l'importanza strutturale del petrolio.
  • È fondamentale che gli investitori attivi pretendano che i management team prestino attenzione ai parametri ESG e si concentrino sui tassi di miglioramento.