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Aggiornamento sui trend monetari dell'Eurozona: false speranze dall'aggregato monetario ampio

Simon Ward

Simon Ward

Economic Advisor


27 ottobre 2022
2 minuti di lettura

Gli aggregati monetari dell'Eurozona inviano segnali contrastanti. L'aggregato monetario ampio M3 ha registrato un solido aumento dello 0,7% a settembre, portando la crescita semestrale al 3,3% (6,6% su base annua), il valore più alto da dicembre. L'aggregato monetario ristretto M1, invece, ha subito una contrazione nel mese con una crescita semestrale in ulteriore calo all'1,8% (3,7% su base annua) –(cfr. grafico 1). 

Grafico 1

La riaccelerazione dell'aggregato monetario ampio, a prima vista, lascia presagire una ripresa economica verso la metà del 2023, dopo la brusca recessione invernale. Occorre tuttavia considerare che i numeri della massa monetaria sono stati favoriti da fattori tecnici e temporanei e che il consolidamento della debolezza della massa monetaria ristretta rappresenta meglio le attuali condizioni monetarie e le prospettive economiche. 

Il tasso di variazione a sei mesi dell'M3 reale, va sottolineato, rimane negativo, con un aumento dei prezzi al consumo (serie destagionalizzata della BCE) dell'8,2% annualizzato tra marzo e settembre. 

La ripartizione settoriale delle cifre principali di M3 / M1, inoltre, evidenzia un contributo significativo recente derivante dall'aumento delle disponibilità monetarie delle istituzioni finanziarie. Ciò riflette probabilmente la raccolta di liquidità legata alla debolezza dei mercati e non rappresenta un segnale espansivo/inflazionistico per l'economia. 

Questo approccio previsionale si concentra sulle misure monetarie extra-finanziarie, laddove disponibili, ossia quelle che comprendono esclusivamente le disponibilità delle famiglie e delle imprese non finanziarie. La crescita a sei mesi dell'M3 extra-finanziario è stata del 2,6% a settembre, contro il 3,3% dell'M3, e ha registrato una ripresa recente più contenuta (grafico 2). 

Grafico 2

Un'ulteriore ragione per ridimensionare la crescita dell'aggregato monetario ampio è che essa non è riconducibile a nessuna delle "controparti creditizie" convenzionali: credito al settore privato e alle amministrazioni pubbliche, attività nette sull'estero e passività a più lungo termine. L'analisi delle controparti mostra un contributo positivo da parte di voci residuali non specificate che si comportano in modo irregolare, suggerendo una futura inversione di tendenza - grafico 3. 

Grafico 3

La crescita sostenuta dei prestiti al settore privato è stata il principale motore della recente espansione dell'M3. L'indagine sui prestiti bancari di ottobre, tuttavia, ha evidenziato un ulteriore crollo dei saldi tra domanda e offerta di credito, segnalando un futuro rallentamento o addirittura una contrazione dei prestiti - grafico 4. 

Grafico 4

Studi statistici dimostrano che l'M1 reale extra-finanziario è il più forte indicatore anticipatore tra le varie misure di moneta e prestiti. Il suo tasso di variazione a sei mesi rimane nella parte inferiore dell'intervallo storico, suggerendo che non ci sarà ripresa economica prima della seconda metà del 2023 - grafico 5. 

Grafico 5

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