È possibile nutrire il pianeta e raggiungere le zero emissioni nette?
Il gestore di portafoglio Tal Lomnitzer evidenzia i principali approcci per sviluppare un'agricoltura sostenibile e la significativa opportunità di investimento che questi rappresentano.

3 minuti di lettura
In sintesi
- La produzione agricola contribuisce per quasi il 40% alle emissioni dei sistemi alimentari globali, che rappresentano a loro volta circa un terzo del totale a livello mondiale.
- Tra le soluzioni innovative lungo l'intera catena del valore agricola figurano iniziative incentrate sulla riduzione degli sprechi alimentari, sul pieno sfruttamento delle già scarse risorse e sul progresso dell'innovazione nell'agricoltura sostenibile.
- Solo negli Stati Uniti, l'agricoltura sostenibile ha attirato investimenti per 2400 miliardi di dollari.
Sta rapidamente emergendo una serie di soluzioni e tecnologie innovative volte a rispondere alla necessità urgente di affrontare la questione dell'impronta di carbonio del settore agricolo, soddisfacendo al tempo stesso le esigenze alimentari della popolazione mondiale.
Due miliardi di persone in più da nutrire entro il 2050
A fronte della crescita costante della popolazione, che non accenna a rallentare, la sfida è aperta per provvedere al fabbisogno di cibo senza aumentare ulteriormente l'impronta al carbonio già significativa del settore agricolo globale.
Alcune soluzioni innovative lungo l'intera filiera agricola stanno attirando un'ingente volume di investimenti, con iniziative incentrate sulla riduzione degli sprechi alimentari, sul pieno sfruttamento delle già scarse risorse e sul progresso dell'innovazione nell'agricoltura sostenibile.
Solo negli Stati Uniti, l'agricoltura sostenibile ha attirato investimenti per 2400 miliardi di dollari di patrimonio in gestione.1
Decarbonizzare i sistemi alimentari globali
L'urgenza della riduzione delle emissioni è messa in risalto dall'enormità del profilo delle emissioni, in crescita, del settore. La produzione agricola contribuisce per quasi il 40% alle emissioni dei sistemi alimentari globali, che rappresentano a loro volta circa un terzo del totale a livello mondiale. Le emissioni dirette degli allevamenti di bovini e della produzione casearia sono complessivamente superiori a quelle di qualsiasi singolo paese, ad eccezione della Cina.2
Il grafico illustra il numero di chilogrammi di equivalente diossido di carbonio (CO2e) necessari per produrre un chilogrammo di cibo per categoria. Sebbene la carne di manzo generi un'enorme quantità di emissioni, questo problema ed altri analoghi sono affrontati grazie all'innovazione agricola e all'evoluzione delle pratiche. Nel frattempo, l'aumento della produzione di proteine alternative, una maggiore disponibilità di prodotti freschi e la trasformazione delle abitudini alimentari per ridurre il consumo di carne contribuiscono a limitare le emissioni complessive legate alla produzione alimentare.
L'intensità di gas a effetto serra di vari alimenti (kg di CO2e per kg di proteine)
Fonte: McKinsey & Company, Agriculture and climate change, Reducing emissions through improved farming practices. Aprile 2020. Dati: Greenhouse gas emissions from pig and chicken supply chains: A global life cycle assessment, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). Rome; Greenhouse gas emissions from ruminant supply chains: A global life cycle assessment, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) Rome; analisi McKinsey.
Salvo modifiche sostanziali alle pratiche attuali, si prevede che le emissioni agricole cresceranno del 15-20% entro il 2050 in seguito all'aumento della popolazione mondiale e a una crescita del consumo alimentare pro capite compresa tra l'8% e il 12%.3
Ripensare le pratiche agricole
La riduzione delle emissioni del sistema alimentare richiederà un cambiamento su vari fronti. Per quanto riguarda l'agricoltura, nello specifico, tra le piste di miglioramento possibili figurano l'ottimizzazione del mix di mangimi, le strategie di rotazione delle colture, l'agricoltura rigenerativa e l'ottimizzazione delle pratiche di fertilizzazione.
Inoltre, si registrano già reali cambiamenti dovuti a un'esplosione di nuove tecnologie agricole, o 'agtech', tra cui:
- Una migliore genetica delle piante per aumentare la resilienza delle colture.
- Il ricorso a tecnologie basate su intelligenza artificiale (AI), big data e Internet delle cose (IoT) per monitorare l'umidità del suolo e la composizione dei nutrienti.
- L'utilizzo di droni per dosare con precisione gli apporti di fertilizzanti o pesticidi.
- Attrezzature autonome/robotiche per favorire la semina, l'apporto di fertilizzanti e prodotti chimici e la raccolta delle colture.
- Il valore dell'agtech globale è in rapida espansione. Si prevede che passerà a 32,50 miliardi di dollari statunitensi entro il 2027, a fronte di valore stimato a 9,11 miliardi di dollari statunitensi nel 2020.4
Riteniamo che l'agricoltura svolgerà un ruolo significativo nel raggiungimento dello zero netto e costituirà inoltre un'ottima opportunità per le aziende che facilitano e adottano il cambiamento.
1 Farming for the Future, PWC. Marzo 2022.
2 Agriculture and Climate Change, McKinsey.
3 The future of food and agriculture – The Food and Agriculture Organization (FAO) of the United Nations
4.Agtech market review – Global Banking and Finance Review.
Le commodity (come per esempio petrolio, metalli e prodotti agricoli) e i titoli legati alle commodity sono soggetti a un maggior grado di rischio e volatilità e potrebbero non essere adatti a tutti gli investitori. Le commodity sono di natura speculativa e possono risentire di svariati fattori quali movimenti di mercato, sviluppi economici e politici, perturbazioni della domanda e dell'offerta, condizioni meteorologiche, malattie ed embarghi.
I settori delle risorse naturali possono risentire in misura significativa dei cambiamenti nella domanda e offerta di risorse naturali, nei prezzi delle materie prime e delle fonti di energia, senza dimenticare le ripercussioni derivanti da sviluppi politici ed economici, incidenti ambientali, fino ad arrivare al risparmio energetico e ai progetti di esplorazione.
L'investimento all'insegna dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) altrimenti detto sostenibile, considera aspetti che esulano dall'analisi finanziaria tradizionale. Ciò può limitare gli investimenti disponibili e tradursi in performance ed esposizioni diverse da quelle del mercato nel suo complesso, e potenzialmente più concentrate in alcune aree rispetto a quest'ultimo.
Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.
Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.
Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.
Comunicazione di Marketing.
Informazioni importanti
Si prega di leggere attentamente le seguenti informazioni sui fondi citati in questo articolo.
- Le Azioni/Quote possono perdere valore rapidamente e normalmente implicano rischi più elevati rispetto alle obbligazioni o agli strumenti del mercato monetario. Di conseguenza il valore del proprio investimento potrebbe diminuire.
- Le azioni di società a piccola e media capitalizzazione possono presentare una maggiore volatilità rispetto a quelle di società più ampie e talvolta può essere difficile valutare o vendere tali azioni al momento e al prezzo desiderati, il che aumenta il rischio di perdite.
- Il Fondo si concentra su determinati settori o temi d’investimento e potrebbe risentire pesantemente di fattori quali eventuali variazioni ai regolamenti governativi, una maggiore competizione nei prezzi, progressi tecnologici ed altri eventi negativi.
- Il Fondo segue un approccio di investimento responsabile, che può comportare un sottopeso su alcuni settori (a causa dei criteri di esclusione applicati), quindi un rendimento diverso rispetto ai fondi che presentano un obiettivo finanziario simile, ma che non applicano criteri di esclusione nella selezione dei titoli.
- Il Fondo potrebbe usare derivati al fine di ridurre il rischio o gestire il portafoglio in modo più efficiente. Ciò, tuttavia, comporta rischi aggiuntivi, in particolare il rischio che la controparte del derivato non adempia ai suoi obblighi contrattuali.
- Qualora il Fondo detenga attività in valute diverse da quella di base del Fondo o l'investitore detenga azioni o quote in un'altra valuta (a meno che non siano "coperte"), il valore dell'investimento potrebbe subire le oscillazioni del tasso di cambio.
- I titoli del Fondo potrebbero diventare difficili da valutare o da vendere al prezzo e con le tempistiche desiderati, specie in condizioni di mercato estreme con il prezzo delle attività in calo, aumentando il rischio di perdite sull'investimento.
- Il Fondo può sostenere un livello di costi di operazione più elevato per effetto dell’investimento su mercati caratterizzati da una minore attività di contrattazione o meno sviluppati rispetto a un fondo che investa su mercati più attivi/sviluppati.
- Il Fondo potrebbe perdere denaro se una controparte con la quale il Fondo effettua scambi non fosse più intenzionata ad adempiere ai propri obblighi, o a causa di un errore o di un ritardo nei processi operativi o di una negligenza di un fornitore terzo.