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Strategic Fixed Income: ci sono tutti gli ingredienti per una recessione

Tutti i tratti distintivi di una recessione sono già presenti, ma non sono ancora stati recepiti a livello economico. I mercati saranno presto costretti a focalizzarsi su nuovi aspetti. (registrato il 25 agosto 2022)

John Pattullo

John Pattullo

Co-Head of Global Bonds | Portfolio Manager


15 settembre 2022
4 min di visione

In sintesi

  • Con i mercati e le banche centrali preoccupati per l'inflazione, i segnali di una flessione sincronizzata della crescita non raccolgono l'interesse che dovrebbero.
  • Va osservato che il ciclo economico esiste ancora, ma è stato esacerbato dalla risposta COVID, assumendo un modello boom/bust più breve e più pronunciato.
  • Sfortunatamente, tutti i tratti distintivi di una recessione sono già presenti, ma non sono ancora stati recepiti a livello economico.

Fixed income article

Buongiorno, sono John Pattullo, co-gestore dello Strategic Fixed Income Team.  Vorrei darvi una breve panoramica sulle nostre prospettive macroeconomiche per il futuro..

Dopo il COVID, il ciclo economico ha assunto le caratteristiche del cosiddetto boom/bust. E credo che siamo tutti alle prese con il tipo di dislocazioni che abbiamo visto con la riapertura delle economie e a cui, di conseguenza, ci stiamo abituando sia sul versante della domanda che dell'offerta.

Il ciclo economico esiste ancora

L'aspetto che considero fondamentale trasmettervi è che il ciclo economico esiste ancora; è semplicemente stato esacerbato dal COVID. È stato anche esagerato in modo massiccio dalla politica monetaria e fiscale che hanno agito nella medesima direzione, il che storicamente è davvero insolito, e con la saggezza del senno di poi, ovviamente c'è stata una domanda eccessiva e un'offerta limitata, che è il motivo principale per cui ci troviamo nell'attuale contesto inflazionistico. Questo, naturalmente, è stato esagerato dall'altissimo prezzo del petrolio e, più recentemente, dall'impennata del gas, soprattutto in Europa.

Inoltre, abbiamo ovviamente la Federal Reserve statunitense e altre banche centrali di tutto il mondo che si sono fatte prendere dal panico - in ritardo - e con un'aggressività sempre maggiore, aumentando i tassi in modo molto aggressivo in un'economia che stava già rallentando.

A questo proposito, riteniamo che sia quasi inevitabile una recessione negli Stati Uniti e in Europa. È quasi inevitabile, perché il ritmo della stretta monetaria è così veloce in un'economia che sta davvero barcollando e stridendo sotto molti aspetti, dopo il COVID, prima troppo forte e poi troppo debole. È semplicemente inevitabile.

Buone notizie e cattive notizie

La buona notizia è che credo che la narrativa, il mercato e alcuni banchieri centrali abbiano davvero spostato la loro attenzione dalla preoccupazione per l'eccessiva inflazione a quella per la scarsa crescita. Si tratta di una posizione molto scomoda per un banchiere centrale. Ma lo strumento di politica monetaria ora agisce davvero in termini di distruzione della domanda. E, a torto o a ragione, lo stanno vedendo le aziende, in diverse aree geografiche, in diversi settori, in tutto il mondo.

La cattiva notizia è che dagli indicatori anticipatori che osserviamo, ora si evince un rallentamento sincronizzato dell'attività economica. Le banche centrali sembrano più focalizzate sul dirci quanto sono solidi i mercati dell'occupazione, ma il mercato dell'occupazione stesso, ovviamente, è un indicatore ritardatario classico. Gli indicatori anticipatori che osserviamo in tutto il mondo suggeriscono che ci aspetta una flessione piuttosto pervasiva, piuttosto persistente e piuttosto grave, e francamente è inevitabile.

Tenendo a mente ciò, ritengo personalmente che il ciclo economico sia tornato, ma forse è più breve e più pronunciato, e ciò è particolarmente vero per l'universo obbligazionario. Considerando che, lo confesso, sarebbe stata un'ottima scelta mantenere liquidità per la maggior parte di quest'anno, ora occorre guardare avanti. Riteniamo che la crescita si stia affievolendo molto rapidamente, che l'inflazione, certamente a livello di inflazione complessiva, abbia raggiunto il picco con il prezzo del petrolio che si è impennato molto rapidamente, e che alcuni dei vincoli di fornitura che abbiamo conosciuto nel settore dei trasporti, delle spedizioni, dei microchip e in tutti gli altri settori, siano in corso di risoluzione.

Ci aspettiamo una maggiore volatilità, soprattutto sui mercati azionari, che a nostro avviso non hanno ancora incorporato una recessione. Ovviamente i rapporti prezzo-utili (PE) sono scesi, si sono contratti parecchio, ma ci aspettiamo ancora molti profit warning e una contrazione delle previsioni sugli utili per azione, che in linea di massima non si sono mosse molto.

I tratti distintivi di una recessione 

Tutti i tratti distintivi di una recessione sono già presenti, ma non sono ancora stati recepiti a livello economico. Quindi, abbiamo un dollaro USA estremamente forte, abbiamo un prezzo del petrolio davvero elevato, figuriamoci la crisi del gas in Europa, abbinata a una curva dei rendimenti invertita, che rappresenta il segno classico dell'imminente recessione e ovviamente un restringimento della crescita dell'offerta di moneta e un inasprimento delle condizioni finanziarie.

Si tratta di una prospettiva molto difficile, ma rafforza il mio punto di vista: il ciclo economico esiste ancora, poiché dopo il giorno viene la notte e questa è un'opportunità per chi fa asset allocation, e un'opportunità per i gestori obbligazionari per ottenere aumentare la duration sui tassi dei Titoli di Stato.

Cosa ci aspetta? 

Abbiamo davvero bisogno di assistere ad un'ulteriore distruzione della domanda, purtroppo, e ci aspettiamo di vederla.

Probabilmente assisteremo ad un'ulteriore volatilità dovuta a vari eventi estremi, non solo energia e gas, ma anche Taiwan, per non parlare della crisi immobiliare e della recessione dei saldi di bilancio, che è imminente in Cina. E francamente, c'è una lunga lista di potenziali eventi di rischio e nel presente contesto, credo che i mercati abbandoneranno la preoccupazione per l'inflazione e si concentreranno moltissimo sulla mancanza di crescita e sulle prospettive di recessione che vediamo.

 

 

Glossario:

Recessione dei saldi di bilancio: si verifica quando livelli elevati di indebitamento nel settore privato spingono gli individui e/o le imprese a concentrarsi sul risparmio, cercando di ripagare il debito anziché spendere o investire, il che, a sua volta, si traduce in un rallentamento della crescita economica o addirittura in un declino. Il termine è stato coniato dall'economista Richard Koo.

Utili per azione: la quota dei profitti di una società attribuibile a ciascuna azione della società stessa. È uno dei parametri più utilizzati dagli investitori per valutare la redditività di un’azienda. Si calcola dividendo i profitti (al netto delle tasse) per il numero di azioni detenute.

Ciclo economico: le fluttuazioni dell'economia tra l'espansione (crescita) e la contrazione (recessione). È influenzato da molti fattori, tra cui la spesa delle famiglie, del governo e delle imprese, il commercio, la tecnologia e la politica della banca centrale.

Indicatori economici: statistiche sull'attività economica; utilizzati per valutare, misurare e valutare lo stato complessivo della salute dell'economia.

Politica fiscale: imposte, debito e spesa del governo. Politica adottata da un governo per la determinazione delle aliquote fiscali e dei livelli di spesa. Si distingue dalla politica monetaria, che è tipicamente stabilita da una banca centrale.

Inflazione: il tasso di aumento dei prezzi di merci e servizi in una economia. CPI e RPI sono due parametri comunemente utilizzati per misurare l’inflazione. È il contrario di deflazione.

Politica monetaria: Insieme degli interventi di una banca centrale mirati a influenzare il livello di inflazione e crescita in un'economia. Tra questi rientrano il controllo di tassi di interesse e offerta di moneta. Quando si parla di stimoli monetari ci si riferisce all’aumento dell'offerta di moneta e alla riduzione del costo di finanziamento da parte di una banca centrale. Per inasprimento monetario si intende invece l'attività della banca centrale volta a contenere l'inflazione e a rallentare la crescita economica tramite il rialzo dei tassi di interesse e la riduzione dell'offerta di moneta.

Offerta di moneta: La quantità totale di moneta presente all'interno di un'economia. La definizione di offerta di moneta in senso stretto comprende le banconote e le monete in circolazione e gli strumenti equivalenti che possono essere facilmente convertiti in contante. La definizione più ampia comprende vari tipi di depositi bancari a lungo termine, meno liquidi.

Rapporto PE (prezzo/utile): un modo per misurare il valore di un'azienda. La misura dell'attuale prezzo azionario rispetto al reddito netto annuo guadagnato dall'azienda, per azione.

Recessione: un periodo di temporaneo declino economico durante il quale le attività commerciali e industriali sono ridotte, generalmente identificate da una flessione della crescita del prodotto interno lordo (PIL) per due trimestri consecutivi.

Volatilità: la rapidità e l'ampiezza delle oscillazioni positive o negative del prezzo di un portafoglio, un titolo o un indice di mercato. Se le oscillazioni di prezzo sono ampie, la volatilità è alta. Se le oscillazioni di prezzo sono più lente e meno ampie, la volatilità è più bassa. Una volatilità più elevata è indice di un maggiore rischio d'investimento.

Curva dei rendimenti: Un grafico che illustra i rendimenti di obbligazioni di qualità analoga in relazione alle rispettive scadenze. In una curva dei rendimenti normale/con un'inclinazione positiva, i rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza sono superiori a quelli delle obbligazioni a breve termine. Una curva dei rendimenti può segnalare le aspettative del mercato circa la direzione dell'economia di un Paese.

 

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.

 

Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.

 

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Glossario

 

 

 

 

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Janus Henderson Horizon Fund (il “Fondo”) è una SICAV lussemburghese costituita il 30 maggio 1985 e gestita da Janus Henderson Investors Europe S.A. Janus Henderson Investors Europe S.A. può decidere di risolvere gli accordi di commercializzazione di questo Organismo d'investimento collettivo del risparmio in conformità alla normativa applicabile. Questa è una comunicazione di marketing. Consultare il prospetto dell’OICVM e il KIID prima di prendere qualsiasi decisione finale di investimento.
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John Pattullo

John Pattullo

Co-Head of Global Bonds | Portfolio Manager


15 settembre 2022
4 min di visione

In sintesi

  • Con i mercati e le banche centrali preoccupati per l'inflazione, i segnali di una flessione sincronizzata della crescita non raccolgono l'interesse che dovrebbero.
  • Va osservato che il ciclo economico esiste ancora, ma è stato esacerbato dalla risposta COVID, assumendo un modello boom/bust più breve e più pronunciato.
  • Sfortunatamente, tutti i tratti distintivi di una recessione sono già presenti, ma non sono ancora stati recepiti a livello economico.