I vantaggi inattesi delle risorse naturali

In sintesi
- L'analisi condotta dal team suggerisce che i titoli appartenenti all'universo delle risorse naturali hanno evidenziato una correlazione negativa con il mercato azionario più ampio nel lungo periodo, ma al contempo sono in grado di generare rendimenti simili con una volatilità inferiore.
- In un contesto segnato dall'aumento dell'inflazione, alcuni settori, come l'estrazione mineraria, l'imballaggio e la selvicoltura, possono avere una buona correlazione con le aspettative d'inflazione e in più traggono beneficio dalla decarbonizzazione.
- Le prospettive per le società produttrici di risorse sono eccellenti. Le società che operano nel campo delle risorse naturali sostenibili giocano un ruolo chiave nel sostenere la transizione verso un'economia più sostenibile e a basso consumo di carbonio.
Pensare a lungo termine per estrarre il meglio dalle risorse naturali
Il settore delle risorse naturali globali è in linea di massima ritenuto assai ciclico, alla luce della sua sensibilità al contesto economico: di conseguenza, per gli investitori è forte la tentazione di sincronizzare l'entrata e l'uscita dal mercato in base al ciclo economico. Comprendiamo questa logica. Sbagliare la tempistica di investimento può compromettere una carriera, viceversa azzeccare il momento giusto può risultare estremamente gratificante. É quindi del tutto naturale essere attratti da una prospettiva a breve termine. Tuttavia, una visione miope può vanificare significativi vantaggi che si otterrebbero solo con un approccio di più ampio respiro.
Invitiamo gli investitori a considerare gli investimenti nel settore delle risorse naturali in un'ottica di lungo periodo ‒ pensando alle risorse come a un investimento e non tanto alla stregua di una transazione. A differenza di altri segmenti di mercato, le azioni appartenenti all'universo delle risorse naturali (ad es. i materiali, le fonti di energia e i prodotti agricoli) hanno evidenziato una correlazione negativa con il mercato azionario nel suo complesso, nel lungo periodo. Allo stesso tempo, le stesse sono in grado di generare rendimenti simili.
Tasselli fondamentali
Le risorse possono considerarsi rea le fondamenta dello sviluppo economico. Se la domanda di alcune materie prime, come il carbone o il petrolio, è destinata a stabilizzarsi e a calare, quella relativa ad altre risorse è in crescita e sembra destinata ad aumentare. Il settore delle energie rinnovabili ha bisogno di rame, litio, cobalto, nichel, minerale di ferro e argento. La digitalizzazione richiede enormi spazi dedicati ai server e cospicue quantità di energia. In un mondo che aspira a un futuro digitale, elettrificato e senza combustibili fossili, le risorse naturali hanno un ruolo complementare ed essenziale. Il futuro presuppone una crescente richiesta sostanziale di prodotti alimentari e fonti energetiche ‒ che può essere soddisfatta solo dal settore delle risorse. Il cambiamento interessa sia il nostro pianeta che il fabbisogno di differenti segmenti del settore delle risorse.
Beneficiare della correlazione negativa nel corso del tempo
In un white paper del 2016, Lucas White e Jeremy Grantham di GMO* hanno evidenziato che “le azioni appartenenti all'universo delle risorse naturali apportano una diversificazione rispetto al mercato azionario nel suo complesso, e i vantaggi derivanti da tale diversificazione aumentano su orizzonti temporali a più lungo termine”. Abbiamo deciso di testare questa supposizione su un campione di dati più ampio, comprendente anche il segmento agricolo. Sulla base della loro analisi, abbiamo scorporato il mercato statunitense nei suoi vari settori ed elaborato le correlazioni tra questi ultimi e l'indice MSCI World (il mercato) su vari lassi di tempo mobili, utilizzando i dati da febbraio 1995 a febbraio 2022 (si veda il grafico 1).
Abbiamo poi definito le risorse come un indice equamente ponderato composto da fonti di energia, estrazione mineraria e prodotti agricoli, sostanzialmente simile all'indice S&P Global Natural Resources. L'analisi mostra che il legame tra le azioni appartenenti all'universo delle risorse, gli altri settori e il mercato è elevato nel breve termine, mentre diminuisce drasticamente nel lungo periodo. Di fatto, nell'arco di un lasso di tempo pari a dieci anni, la correlazione tra le risorse e il mercato nel suo complesso è stata in effetti negativa, laddove rimane positiva e aumenta nel corso del tempo per altri settori.
*GMO white paper: An investment only a mother could love: the case for natural resource equities, Lucas White e Jeremy Grantham, settembre 2016.
Rendimenti potenzialmente più elevati a fronte di un rischio inferiore?
Oltre al costante contributo alla creazione di ricchezza e al miglioramento della qualità della vita, le risorse naturali presentano, in quanto tali, le caratteristiche di una classe d'investimento allettante. Come accade per la gravità nel campo della fisica, esistono alcune leggi immutabili nel settore degli investimenti, in primis, il rapporto tra rischio e rendimento. La nostra analisi suggerisce che, inserendo le risorse in un portafoglio azionario, è possibile generare un rendimento simile, ma con un rischio inferiore, misurato sulla base della volatilità (deviazione standard).
Prendendo spunto dal white paper di GMO, la nostra analisi compiuta su oltre 25 anni di dati storici evidenzia che, se raffrontato rispetto al mercato, il rendimento medio decennale di un portafoglio, composto per il 75% dall'MSCI World Index e per il 25% dalle risorse, è aumentato mentre la deviazione standard (il rischio) è diminuita. È interessante rilevare come i risultati restino in linea, anche se meno marcati, se si utilizza un portafoglio composto per il 90% dall'MSCI World e per il 10% dalle risorse (si veda il grafico 2). Non inaspettatamente, si ottengono risultati simili combinando le suddette metriche nell'indice di Sharpe.
Il paradosso del gatto di Schrödinger
La fisica quantistica ci insegna che una determinata cosa può esistere in due stati. La materia presenta un dualismo, onda-particella; le azioni appartenenti all'universo delle risorse sono sia cicliche che allo stesso tempo un efficace elemento di diversificazione del portafoglio. Secondo la definizione di Schrödinger: “questo dato di fatto non rappresenta nulla di incerto o contraddittorio”. La soluzione risiede nell'arco temporale. Se le risorse rimangono ben legate al ciclo economico nel breve periodo, su orizzonti temporali più lunghi tendono a seguire una loro personale traiettoria. Siccome non tutti gli investitori hanno in mente un lasso temporale di dieci anni, abbiamo confrontato di nuovo l'analisi rischio/rendimento su periodi quinquennali, utilizzando gli stessi dati: i risultati ottenuti sono in definitiva simili.
In sintesi, su un orizzonte temporale di cinque o dieci anni, l'inserimento delle risorse, beni agricoli inclusi, come parte integrante di un portafoglio è suscettibile di produrre rendimenti migliori con un rischio inferiore. In senso figurato, possiamo affermare che al posto di cercare gli spiccioli ai lati del marciapiede, è decisamente preferibile volgere lo sguardo all'orizzonte in cerca di pepite d'oro.
Inoltre, in un contesto segnato dall'aumento dell'inflazione, investire nel settore delle risorse offre degli spunti di interesse aggiuntivi. I dati mostrano una buona correlazione (un rapporto positivo) tra le azioni del settore minerario e le aspettative di inflazione. In uno scenario caratterizzato da tassi reali negativi, queste azioni possono essere prese in considerazione nel ruolo di asset reale. Il settore non sta subendo disfunzioni sotto l'aspetto tecnico, anzi trae vantaggio dalle criticità operative presenti nei settori della mobilità e dell'energia: le fonti rinnovabili necessitano di molto più rame o acciaio rispetto ai combustibili fossili, mentre i veicoli elettrici richiedono una quantità maggiore di rame rispetto ai motori a combustione interna.
Analogamente, il settore della selvicoltura e degli imballaggi presentano un'elevata correlazione con le aspettative di inflazione e stanno beneficiando della transizione verso l'e-commerce e della sostituzione della plastica con imballaggi a base di fibra. Vediamo molte società attive nel settore delle risorse che appaiono ben posizionate rispetto al resto del mercato sotto il profilo della solidità dei bilanci, della generazione di flussi di cassa e dei dividendi. Il team ritiene che le attuali valutazioni risultano allettanti e l'investimento a lungo termine potrebbe essere decisamente premiante.
Le risorse giocano un ruolo chiave in tema di sostenibilità
Siamo ottimisti circa le prospettive delle società che operano nel settore delle risorse naturali, in quanto sono un vero crocevia dello sviluppo sostenibile e della transizione verso la decarbonizzazione. Sebbene alcuni settori delle risorse presentino degli impatti potenzialmente elevati sotto il profilo socio-ambientale in ragione delle loro attività di estrazione, produzione, lavorazione e distribuzione, riteniamo che le società attive nel campo delle risorse naturali sostenibili giochino un ruolo chiave nel sostenere la transizione verso un'economia più sostenibile e a basso consumo di carbonio. A nostro avviso, le società che rispettano le pratiche sostenibili sono meglio attrezzate per il futuro e hanno quindi maggiori probabilità di conseguire rendimenti corretti per il rischio degni di nota.
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