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Perché la crescita della massa monetaria statunitense è rallentata?

Simon Ward

Simon Ward

Economic Advisor


19 mag 2022

La crescita dell’aggregato monetario ampio negli Stati Uniti ha presentato un netto rallentamento nonostante un forte aumento dell’espansione dei prestiti bancari. Come si è arrivati a questa situazione? L’aumento dei prestiti comporta una ripresa della crescita della massa monetaria?

L’aggregato monetario ampio di cui si tratta in questo articolo* è aumentato del 2,6% (5,2% annualizzato) nei sei mesi fino ad aprile, in calo dal 4,5% (9,2%) del semestre precedente – cfr. grafico 1. Tutta la crescita degli ultimi sei mesi si è verificata nel periodo novembre-gennaio: l'aggregato si è stabilizzato negli ultimi tre mesi.

Il rallentamento monetario contrasta con un ulteriore rafforzamento dei prestiti bancari. I prestiti e i leasing delle banche commerciali, rettificati per i condoni del Payment Protection Program, sono cresciuti del 6,5% (13,5% annualizzato) nei sei mesi fino ad aprile, in aumento rispetto al 3,3% (6,6%) del semestre precedente.
 
D. Che fine ha fatto l'ulteriore moneta scritturale creata dall'espansione del portafoglio prestiti delle banche?

R. - Ė finita principalmente nelle casse del Tesoro statunitense.

Le discussioni politiche sull’aumento del tetto del debito hanno portato il Tesoro a ridurre la propria riserva di liquidità presso la Fed da oltre 800 miliardi di dollari a metà 2021 a meno di 100 miliardi di dollari a dicembre. Questa iniezione di liquidità ha favorito la crescita dell'aggregato monetario ampio alla fine dello scorso anno.

Dal momento che il tetto è stato innalzato a dicembre, il Tesoro ha "sovrafinanziato" il disavanzo federale per ripristinare la propria riserva di liquidità, attualmente pari a oltre 900 miliardi di dollari.

L'afflusso monetario versato al Tesoro è stato pari al 2,7% dell’aggregato monetario ampio nei sei mesi fino ad aprile – grafico 2.

Il rallentamento monetario ha anche rispecchiato, in misura minore, la riduzione dell’allentamento quantitativo (QE): gli acquisti di titoli da parte della Fed sono stati pari all'1,7% dell'aggregato monetario ampio nei sei mesi fino ad aprile, in calo rispetto al 3,4% dei sei mesi precedenti.

Sommando gli effetti del QE e le variazioni della riserva di liquidità del Tesoro, nei sei mesi fino ad aprile si è registrata una riduzione netta pari all’1,0% dell’aggregato monetario ampio, dopo un'iniezione di liquidità del 6,2% nei sei mesi precedenti. Questa inversione di tendenza ha più che compensato l'impatto monetario di una forte espansione dei prestiti bancari.

Quale sarà la prossima fase?

Le ultime proiezioni del Tesoro in materia di finanziamento prendono in considerazione una riserva di liquidità pari a 650 miliardi di dollari a fine settembre e ciò rappresenta un calo di circa 310 miliardi di dollari dal livello registrato a fine aprile.

La Fed, nel frattempo, prevede di ridurre le proprie posizioni in titoli a un ritmo mensile di 47,5 miliardi di dollari a partire da giugno, per poi passare a 95 miliardi di dollari a settembre. Ciò fa supporre che si registrerà una stretta quantitativa totale di circa 330 miliardi di dollari nei sei mesi fino ad ottobre.

La stretta quantitativa (QT) e la variazione della riserva di liquidità del Tesoro, considerati congiuntamente, comportano pertanto una riduzione netta di soli 20 miliardi di dollari circa, o dello 0,1% dell’aggregato monetario ampio, nei sei mesi fino a ottobre, registrando un calo dai 280 miliardi di dollari (1,0%) nei sei mesi fino ad aprile.

Per quanto riguarda l'impatto combinato del Tesoro e della Fed, la stretta quantitativa ha effettivamente avuto inizio in gennaio e sta per registrare un rallentamento temporaneo prima di accelerare nel corso dell’anno, ipotizzando che non vi sia nessun cambiamento ulteriore della riserva di liquidità del Tesoro al di là del calo atteso di 650 miliardi di dollari e di una riduzione mensile di 95 miliardi di dollari delle posizioni in titoli della Fed.

Una riduzione temporanea del freno rappresentato dal “settore pubblico” consentirà di far ripartire la crescita dell’aggregato monetario ampio nel 2º semestre?

Si prevede che questo risultato positivo di dimensioni ridotte sarà controbilanciato dal rallentamento dei prestiti bancari. La domanda di credito corporate è stata favorita dal finanziamento dell’inventario, ma il ciclo di costituzione delle scorte sta entrando in una fase di ribasso. L’aumento dei tassi dei mutui farà calare la domanda di prestiti immobiliari e al contempo le banche potrebbero ridurre i prestiti al consumo a fronte del deterioramento delle prospettive economiche.

L'ipotesi di un rallentamento dei prestiti è supportato dalla Senior Loan Officer Opinion Survey della Fed di aprile: l'indicatore aggregato della domanda di credito ha registrato un brusco calo mentre la percentuale netta delle banche che hanno inasprito le condizioni di prestito è aumentata per il terzo trimestre consecutivo - grafico 3.

*M2+" = M2 + più i depositi di lungo periodo presso banche commerciali + quote di fondi monetari in possesso di investitori istituzionali. M2 = moneta + depositi a vista + altri depositi liquidi + piccoli depositi a termine + fondi monetari per investitori individuali. Stima per il mese di aprile.

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