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Riforma dei prezzi dei farmaci: quali conseguenze per gli investitori?

Il gestore di portafoglio Andy Acker presenta le implicazioni della nuova legge sull'assistenza sanitaria negli Stati Uniti e spiega perché, a suo parere, il settore biofarmaceutico dovrebbe essere in grado di adattarsi all'evoluzione dei prezzi dei farmaci.

Andy Acker, CFA

Andy Acker, CFA

Gestore di portafoglio


18 agosto 2022
6 minuti di lettura

In sintesi

  • L'Inflation Reduction Act approvato di recente include diverse disposizioni finalizzate a ridurre i costi dell'assistenza sanitaria per gli anziani, tra cui l'istituzione di un tetto di 2000 dollari l'anno per le spese a carico del paziente e la possibilità per Medicare di negoziare il prezzo di alcuni farmaci.
  • La legge dovrebbe migliorare l'accessibilità economica dei farmaci per i pazienti, con un costo per il settore biofarmaceutico globale inferiore al 2% del fatturato totale nei prossimi 10 anni.
  • Una delle possibili conseguenze negative della legge potrebbe essere il rallentamento dello sviluppo di farmaci micromolecolari per le patologie che affliggono gli anziani, ma resta da vedere se questo risultato possa essere evitato.

La prospettiva di una riforma dei prezzi dei farmaci negli Stati Uniti incombeva da anni sul settore sanitario, alimentando inquietudini sui possibili impatti per i produttori di farmaci, e questo mese il Congresso ha infine approvato una legge che affronta la questione. La legge comporta risvolti sia positivi che negativi, ma, a nostro parere, il settore dovrebbe essere in grado di gestire il costo; inoltre le nuove disposizioni eliminano un buon grado di incertezza, una vittoria per gli investitori.

Quali sono le novità?

La legge, parte di un disegno più ampio noto come Inflation Reduction Act, ha come obiettivo la riduzione delle spese sanitarie per i pazienti mediante disposizioni che entreranno in vigore nei prossimi anni. Tra queste figurano:

  • A partire dal 2023, gli aumenti dei prezzi dei farmaci in Medicare, il programma federale di assicurazione sanitaria per le persone di età pari o superiore a 65 anni, saranno limitati al tasso d'inflazione. Le società i cui aumenti di prezzo superano il tasso d'inflazione dovranno rimborsare la differenza al governo. Inoltre le quote mensili a carico del paziente per l'insulina saranno limitate a $35 per i pazienti Medicare e la condivisione delle spese per le vaccinazioni degli adulti sarà eliminata.
  • Nei prossimi anni, Medicare potrà negoziare i prezzi di alcuni farmaci delle parti D e B. (La parte D è il piano di Medicare per i farmaci da prescrizione che riguarda i medicinali autosomministrati. La parte B copre le terapie che devono essere somministrate negli studi medici o negli ospedali.)
  • A partire dal 2025, le spese vive a carico dei pazienti per i farmaci della parte D saranno limitate a 2000 dollari l'anno. Inoltre, il requisito di co-assicurazione del 5%, che scatta attualmente al di sopra della cosiddetta soglia catastrofica della parte D, sarà eliminato a partire dal 2024.
  • I sussidi rafforzati che riducono i premi per i pazienti che acquistano un'assicurazione tramite scambi sanitari statali sono stati estesi fino al 2025. Tra il 2024 e il 2030 l'aumento annuale dei premi di Medicare non potrà superare il 6%.

Il lato positivo

Nel complesso, a nostro avviso la nuova legge contribuirà a migliorare l'accessibilità economica alle cure da parte dei pazienti, elemento che, come riteniamo da tempo, deve essere al centro di qualsiasi riforma. Nel 2022 la soglia di spesa viva per la parte D di Medicare è pari a $7050, dopodiché scatta la "copertura catastrofica" e i pazienti pagano il 5% di tutti i costi dei farmaci della parte D, senza limiti superiori. Anche se il costo iniziale di $7050 è condiviso tra i pazienti, Medicare e i piani assicurativi, in base alle stime della Kaiser Family Foundation nel 2020 oltre 1,4 milioni di iscritti alla parte D hanno sostenuto spese vive annue di almeno $2000.1 La limitazione delle spese vive dovrebbe quindi ridurre i costi per questi anziani e potrebbe condurre a una maggiore aderenza dei pazienti alle terapie, migliorando i risultati sanitari e potenzialmente aumentando i volumi di vendita delle aziende biofarmaceutiche.

In modo analogo, l'estensione dei sussidi per i piani acquistati tramite gli scambi sanitari sosterrà l'iscrizione all'assistenza gestita e, di conseguenza, favorirà gli assicuratori che operano in questo mercato. L'adesione a questi piani è aumentata del 20% durante la pandemia dopo che i sussidi sono stati estesi per legge agli individui e alle famiglie con reddito pari al 400% della soglia di povertà federale. Circa 13 milioni di persone sono assicurate mediante lo scambio di assistenza sanitaria. Tale cifra potrebbe aumentare, mettendo pressione sul Congresso per rendere permanenti i sussidi rafforzati.

Il settore biofarmaceutico risentirà senza dubbio delle modifiche alla determinazione dei prezzi dei farmaci, ma a nostro avviso sarà in grado di gestire l'impatto. Ad esempio, il Congressional Budget Office (CBO) stima che la limitazione dell'aumento dei prezzi dei farmaci in Medicare al tasso dell'inflazione costerà al settore circa 25 miliardi di dollari nel prossimo decennio, ossia meno dello 0,25% del fatturato globale delle aziende farmaceutiche nello stesso periodo.2 Inoltre, la disposizione potrebbe scoraggiare le aziende che storicamente hanno imposto forti aumenti annuali dei prezzi, contribuendo così a migliorare la reputazione del settore.

Il costo della negoziazione dei prezzi dei farmaci sarà più elevato, pari a circa 100 miliardi di dollari di fatturato stimato nei prossimi 10 anni, secondo il CBO. Le aziende, tuttavia, dispongono del tempo necessario per prepararsi, dato che i prezzi negoziati inizieranno a entrare in vigore nel 2026 e in un primo tempo saranno limitati a soli 10 farmaci della parte D senza alternative generiche o biosimilari. Il numero sale poi a 20 all'anno entro il 2029 e si estende ai farmaci della parte B dal 2028. Inoltre le limitazioni di prezzo per i farmaci micromolecolari o per via orale interverranno solo a nove anni dal lancio, mentre la "grazia" per i farmaci a base di grandi molecole (biofarmaci) è compresa in tra 13 e 15 anni. Sono invece esenti i farmaci orfani che rappresentano l'unica terapia approvata per un'indicazione.

Il lato negativo

Una legge di questo tipo causerà inevitabilmente conseguenze non volute. In questo caso, pensiamo che l'impatto più significativo potrebbe riguardare i farmaci micromolecolari che trattano patologie prevalenti tra gli anziani (come il cancro e le malattie cardiache), soprattutto perché la maggior parte dei ricavi di questi farmaci tende a concentrarsi nella fase finale del loro ciclo di vita (tra 8 e 10 anni dopo il lancio). Pertanto, anche se la maggior parte dei pazienti preferisce assumere farmaci per via orale piuttosto che per infusione endovenosa o iniezione, la legge potrebbe spostare l'equilibrio dello sviluppo di farmaci e dell'investimento dalle terapie micromolecolari ai biofarmaci. Le aziende potrebbero inoltre essere incentivate a ritardare il lancio di farmaci fino al completamento di grandi studi clinici (necessari per l'approvazione del trattamento di pazienti in fase iniziale, che rappresenta un mercato più redditizio) o scoraggiare gli investimenti nello sviluppo di indicazioni supplementari data la riduzione del periodo di ritorno dell'investimento. Nel complesso le grandi aziende farmaceutiche maggiormente esposte ai farmaci micromolecolari saranno più vulnerabili a questo potenziale aspetto negativo, mentre le società biotecnologiche concentrate sullo sviluppo di farmaci biologici dovrebbero risentirne meno.

In conclusione

In definitiva, si stima che la riforma dei prezzi dei farmaci costerà al settore biofarmaceutico meno di 200 miliardi di dollari di fatturato totale in 10 anni (ossia meno del 2% delle vendite). Sebbene l'importo non sia irrilevante, riteniamo che sia gestibile e già ampiamente riflesso nei prezzi delle azioni, che da oltre sei anni sono negoziate con il peso incombente della legislazione sulla determinazione dei prezzi dei farmaci. Resta da vedere l'impatto della nuova legge sullo sviluppo futuro di farmaci per via orale. Speriamo che questa falla legislativa possa essere corretta prima dell'entrata in vigore della legge. In caso contrario, sarebbero possibili alcune soluzioni: le società potrebbero lanciare terapie a prezzi più elevati e una migliore aderenza dei pazienti alle terapie (ad esempio volumi più elevati) potrebbe contribuire a compensare una parte delle diminuzioni di fatturato. Seguiremo attentamente la situazione. Riteniamo però anche che la legge sia in gran parte in linea con le aspettative del mercato ed elimini l'eccesso di incertezza che pesava sul settore. In ultima analisi, una maggiore convenienza dei farmaci è positiva sia per i pazienti che per gli investitori.

 

1“How Would the Prescription Drug Provisions in the Senate Reconciliation Proposal Affect Medicare Beneficiaries?” 27 luglio 2022, Kaiser Family Foundation.

2 Congressional Budget Office Cost Estimate, al 15 luglio 2022.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri soggetti/team di Janus Henderson Investors. Eventuali titoli, fondi, settori e indici citati nel presente articolo non costituiscono né fanno parte di alcuna offerta o invito all'acquisto o alla vendita.

 

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