Per investitori privati in Italia

Prospettive multi-asset per il 2023: la luce in fondo al tunnel

Dato che la maggior parte delle brutte notizie sembra essere già scontata sul fronte dei tassi di interesse, i mercati possono offrire rendimenti positivi agli investitori nel 2023? Paul O’Connor, Responsabile del team Multi-Asset del Regno Unito, esprime la sua opinione sulle prospettive per le azioni e il reddito fisso nel prossimo anno.

Paul O’Connor

Paul O’Connor

Head of Multi-Asset | Gestore di portafoglio


6 dic 2022
7 minuti di lettura

In sintesi

  • Mentre la prospettiva di un allentamento delle pressioni sui tassi di interesse dovrebbe essere un tema positivo per i mercati nel primo semestre del 2023, l'indebolimento della crescita ad essa associata rimane una sfida.
  • Uno scenario di base plausibile è quello in cui gli investitori possano aspettarsi di conseguire rendimenti solidi da asset di alta qualità, anche se probabilmente dovranno attraversare periodi di turbolenza lungo il percorso.
  • Ci avviciniamo ormai alla fine del ciclo di rialzo dei tassi e, alla luce di valutazioni degli asset molto più interessanti rispetto alla fine del 2021, i rendimenti degli investimenti dovrebbero essere migliori nel 2023 rispetto al 2022.

Il 2022 è stato un anno impegnativo per la maggior parte degli investitori, che hanno avuto difficoltà a scontare l'impatto di eventi eccezionali a livello globale, come la guerra in Ucraina, gli effetti persistenti della pandemia e le drastiche svolte della politica monetaria e fiscale. È stato un anno caratterizzato dall'aumento dei tassi di interesse in numerose economie e, quasi ovunque, da persistenti rallentamenti della crescita. Gli investitori non hanno avuto nessun porto sicuro in cui trovare rifugio tra gli asset finanziari tradizionali, dato che la maggior parte dei principali indici azionari, obbligazionari, creditizi e dei titoli di Stato del mondo ha registrato perdite prossime o superiori al 20% a un certo punto dell'anno.

Picchi dei tassi e recessione

Le condizioni di mercato cambiano raramente all'inizio dell'anno. È probabile che le difficoltà sui fronti dei tassi di interesse e della crescita si protraggano fino al 2023 inoltrato. Tuttavia, dopo il repricing aggressivo del 2022, il rialzo delle aspettative sui tassi sembra ormai piuttosto limitato, suggerendo che la maggior parte delle notizie negative è probabilmente già scontata negli asset finanziari. Anche se prevediamo che le banche centrali delle principali economie continueranno a procedere a un certo numero di rialzi dei tassi nei prossimi mesi, i tassi ufficiali dovrebbero raggiungere il picco nel Q1 negli Stati Uniti e nel Q2 nell'Eurozona e nel Regno Unito. Sebbene l'inflazione sembri destinata a rimanere decisamente elevata per queste economie per diversi mesi nel 2023, i timori delle banche centrali dovrebbero essere almeno in parte controbilanciati dal rallentamento della crescita e dal fatto che l'impatto complessivo restrittivo dei rialzi dei tassi precedenti continuerà a manifestarsi nel sistema economico, con i soliti sfasamenti temporali prolungati e variabili.

Mentre la prospettiva di un allentamento delle pressioni sui tassi di interesse dovrebbe essere positiva per i mercati nel primo semestre del 2023, l'indebolimento della crescita ad essa associata rimane una sfida.  Le previsioni di consenso sulla crescita del PIL reale per il 2023 si attestano attualmente allo 0,4% per gli Stati Uniti, a -0,1% per l'Eurozona e a -0,8% per il Regno Unito. Tali previsioni prefigurano un rallentamento negli Stati Uniti e nell'Eurozona che potrebbe essere considerato come la forma più lieve e breve di una recessione. Lo stato di salute dei bilanci del settore privato dovrebbe costituire una fonte di resilienza nelle principali economie, ma è probabile che i mercati immobiliari penalizzino fortemente le performance, ora che l'aumento dei tassi ipotecari a livello globale ha spinto l'accessibilità del settore residenziale a un minimo storico. Con molti quadri economici affidabili che indicano una recessione nelle principali economie nel 2023, i rischi per le previsioni degli economisti sembrano orientati al ribasso.

La Cina rappresenta un'incognita

Oltre a queste dinamiche cicliche nelle economie sviluppate, la Cina rimane una potenziale incognita per le prospettive economiche mondiali. Gli economisti si aspettano un rimbalzo significativo della crescita cinese nel 2023, in base all'idea che il governo finirà per abbandonare la sua politica "zero COVID". Anche se una riapertura ordinata dell'economia cinese è uno scenario rialzista plausibile per gli investitori, anche la versione di maggior successo non potrà probabilmente risollevare l'economia prima della metà dell'anno. Nuovi progressi sullo sviluppo di vaccini mRNA cinesi contro il COVID potrebbero far aumentare la fiducia in questo esito, ma è probabile comunque che la pandemia continui a provocare significative interruzioni economiche nei primi mesi dell'anno. Date queste incertezze e le perduranti minacce economiche e finanziarie dovute alla correzione immobiliare in corso, le prospettive per l'economia cinese rimangono insolitamente imprevedibili, con possibilità di sorprese positive e negative di portata tale da modificare la traiettoria dell'economia globale nel 2023.

Le proiezioni di crescita degli economisti sembrano moderatamente ottimistiche, mentre le stime degli utili degli analisti sembrano altamente ottimistiche. Per i mercati finanziari, ciò significa che la prima metà dell'anno sarà probabilmente un contesto di persistenti declassamenti degli utili, che costituiranno una sfida costante per il sentiment degli investitori. Tuttavia, anche se le dinamiche di crescita si rivelano problematiche per gli asset rischiosi, la prospettiva del picco dei tassi di interesse giustifica un certo ottimismo. Durante l'attuale ciclo di inasprimento, le azioni hanno seguito la volatilità dei tassi di interesse in modo inverso e ravvicinato. D'ora in poi, la volatilità dei tassi di interesse dovrebbe ridursi, dato che la banca centrale degli Stati Uniti rallenta la velocità dell'inasprimento, aiutando le azioni e altri asset rischiosi a recuperare dopo le svolte e gli shock monetari del 2022. In effetti, la storia insegna che le azioni di solito registrano buone performance dopo l'ultimo rialzo della Federal Reserve (Fed) degli Stati Uniti in ogni ciclo, tranne quando erano insolitamente costose (Figura 1).

Figura 1: Rendimenti azionari statunitensi dopo l'ultimo rialzo dei tassi di interesse USA rispetto alle valutazioni iniziali

Fonte: Janus Henderson, Bloomberg. Dati al 30 novembre 2022. Nota: le valutazioni e i rendimenti azionari si basano sull'indice S&P Composite. "Ultimo tasso d'interesse" si riferisce all'ultimo rialzo dei tassi di interesse di ogni ciclo di rialzo dei tassi. Le performance passate non predicono i rendimenti futuri.

Migliori rendimenti degli investimenti nel 2023

Poiché il quadro generale rimane così complicato e l'economia globale presenta tante fragilità cicliche e strutturali, è difficile trovare solidi argomenti fondamentali per sostenere che gli asset rischiosi passeranno dal mercato ribassista del 2022 a un nuovo mercato rialzista nel 2023. Riteniamo invece plausibile uno scenario di base in cui gli investitori possono aspettarsi di conseguire rendimenti solidi da asset di alta qualità, anche se probabilmente dovranno attraversare periodi di turbolenza lungo il percorso. Una prospettiva di reddito multi-asset mostra come la gamma di opportunità degli investitori sia cambiata nell'ultimo anno. I portafogli di reddito multi-asset hanno iniziato il 2022 con rendimenti ai minimi storici, ma offrono ormai le più interessanti prospettive di reddito e i rendimenti attesi dalla crisi finanziaria globale (Figura 2).

Figura 2: Rendimento indicativo di un portafoglio di reddito multi-asset

Fonte: Janus Henderson, Bloomberg. Dati dal 1o agosto 2008 al 30 novembre 2022. Composizione dell'indice: indice MSCI World High Dividend Yield (40%), indice Bloomberg Global Aggregate (40%), indice Bloomberg Corporate High Yield (10%), indice Bloomberg Emerging Markets Hard Currency (10%). Le performance passate non predicono i rendimenti futuri.
Nota: la performance ipotetica illustrata nel grafico è fornita a scopo puramente illustrativo e non rappresenta la performance effettiva di alcun account cliente. Nessun account è stato gestito utilizzando la composizione del portafoglio per i periodi illustrati e non si dichiara in alcun modo che i rendimenti ipotetici possano essere simili alle performance effettive.

Sia in ambito azionario che obbligazionario, iniziamo l'anno con un posizionamento moderatamente difensivo, orientandoci verso la qualità anziché la ciclicità e la leva finanziaria, e mantenendo alcune riserve di liquidità per le opportunità di "acquisto sui minimi" che pare non mancheranno di presentarsi. Dal punto di vista geografico, le azioni statunitensi appaiono meno interessanti di quelle dell'Eurozona, del Giappone e del Regno Unito, alla luce delle valutazioni relative, del rischio legato agli utili e della composizione settoriale. Le obbligazioni IG investment grade sono le più interessanti nell'universo del credito.

250 anni di storia suggeriscono che è il momento di acquistare obbligazioni

I titoli di Stato sono il segmento in cui le nostre opinioni sull'asset allocation sono maggiormente cambiate nel 2022. Abbiamo abbandonato la nostra posizione di sottopeso di lunga data e consideriamo ormai questo asset come una partecipazione core per i portafogli multi-asset nel 2023. Sebbene la prospettiva del picco dei tassi di interesse e di sorprese negative sulla crescita sia una combinazione ambigua per gli asset rischiosi, entrambe le tendenze dovrebbero favorire la duration delle obbligazioni. Un'altra considerazione ciclica è che i titoli di Stato in genere sovraperformano le azioni e altri asset rischiosi quando la disoccupazione aumenta, come accadrà secondo le nostre previsioni nei prossimi trimestri. Sebbene l'inasprimento quantitativo possa provocare alcune difficoltà, il quadro complessivo della domanda e dell'offerta appare piuttosto positivo, ora che una riduzione senza precedenti del posizionamento degli investitori ha spazzato via 14 anni di sovrappeso obbligazionario nei portafogli multi-asset e ha contribuito a creare un accumulo di liquidità degli investitori globali pari a 67.000 miliardi di dollari statunitensi. I titoli di Stato statunitensi hanno registrato rendimenti negativi negli ultimi due anni di calendario. In 250 anni di storia, questa situazione non si è mai protratta per tre anni di seguito.

A conti fatti, è evidente giungere alla conclusione che nei primi mesi del 2023 si delinea uno scenario complicato per gli asset rischiosi, con il proseguimento della stretta delle banche centrali, il rallentamento della crescita globale e le numerose frizioni a cui fa fronte l'economia cinese. Sembra probabile che i mercati rimangano altalenanti, finché gli sviluppi in Cina o sul fronte della politica monetaria non diventino abbastanza incoraggianti da compensare le inevitabili brutte notizie sugli utili societari. Tuttavia, considerato che si avvicina la fine del ciclo di rialzo dei tassi e che le valutazioni degli asset sono molto più interessanti di un anno fa, nel 2023 i rendimenti degli investimenti dovrebbero migliorare rispetto al 2022.

L'ipotesi più importante del nostro scenario di riferimento è la convinzione che il picco dei tassi di interesse sarà raggiunto nel primo semestre del 2023, dando ai mercati la sicurezza per attraversare il rallentamento che a nostro parere si profila nell'Eurozona, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Un'inflazione ostinatamente elevata costituirebbe probabilmente il rischio principale per questo scenario, rischiando di portare a una situazione in cui le tendenze delle performance di mercato del 2022 si protraggono più a lungo di quanto ci aspettiamo. Gli scenari di rischio al rialzo potrebbero comportare rari atterraggi morbidi delle principali banche centrali, in cui l'inflazione si riduce e le recessioni possono essere evitate. Gli sviluppi positivi della guerra in Ucraina o sul fronte sanitario in Cina costituiscono altre possibilità per arrivare a esiti economici e di mercato più positivi.

Duration obbligazionaria: indica la misura in cui un titolo a reddito fisso è sensibile alla variazione dei tassi di interesse, misurata in termini di media ponderata di tutti i flussi di cassa residui del titolo (in termini di cedole e capitale). È espressa in anni. Più elevato è il numero, maggiore è la sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse.

Ciclico: detto di società che vendono beni di consumo discrezionali, come le auto, o settori molto sensibili alle variazioni economiche, come quello minerario. I prezzi delle azioni e delle obbligazioni emesse da società cicliche tendono a essere molto più vulnerabili agli alti e bassi dell’economia rispetto a quelli delle società non cicliche.

Mercato ribassista (o orso)/mercato rialzista (o toro): un mercato ribassista è un mercato finanziario in cui i prezzi dei titoli sono in calo. Una definizione generalmente accettata è una flessione del 20% o più in un indice per un periodo di almeno due mesi. Un mercato rialzista (o toro) è un mercato finanziario in cui i prezzi dei titoli aumentano, soprattutto per un lungo periodo.

PIL (Prodotto interno lordo): il valore di tutte le merci finite e dei servizi prodotti da un Paese in un determinato lasso di tempo (di norma un trimestre o un anno). Viene solitamente espresso in percentuale rispetto a un periodo precedente e misura l’attività economica di un Paese nel suo insieme.

Inflazione: il tasso di aumento dei prezzi di merci e servizi in una economia. CPI e RPI sono due parametri comunemente utilizzati per misurare l’inflazione.

Volatilità dei tassi di interesse: si riferisce alla variabilità nel tempo dei tassi di interesse su prestiti e risparmi. Le imprese sono influenzate dalla volatilità dei tassi di interesse perché hanno un impatto sui costi dei prestiti e sugli utili dei conti d'investimento.

Obbligazione investment grade (IG): un'obbligazione emessa di norma da governi o società il cui rischio di non adempiere agli impegni di pagamento è percepito come relativamente basso. La maggiore qualità di queste obbligazioni si riflette nei loro rating di credito più alti se paragonati alle obbligazioni che si pensa abbiano un rischio più alto di default, come le obbligazioni ad alto rendimento.

Leva finanziaria: detta anche gearing, è il rapporto tra il capitale di prestito (debito) di una società e il valore delle sue azioni ordinarie (patrimonio netto); può essere espressa anche in altri modi, quali indebitamento netto come multiplo degli utili, di norma debito netto/EBITDA (utili al lordo di interessi, imposte e ammortamenti di beni materiali e immateriali ). Una leva più elevata corrisponde a livelli di debito più alti.

Politica monetaria e fiscale: Politica monetaria: è il comportamento di una banca centrale mirato a influenzare il livello di inflazione e la crescita in un'economia. Comprende il controllo dei tassi di interesse e l’offerta di moneta. Politica fiscale è la politica adottata da un governo per la determinazione delle aliquote fiscali e dei livelli di spesa.

Inasprimento quantitativo: l'allentamento quantitativo era una politica monetaria non convenzionale adottata dalle banche centrali per stimolare l'economia, che consiste nell'incrementare la liquidità all'interno del sistema bancario. L'inasprimento quantitativo indica la rimozione di quello stimolo.

Aspettative dei tassi: aspettative di variazioni dei tassi di interesse.

Asset rischiosi: titoli finanziari che possono registrare fluttuazioni di prezzo significative (e comportare pertanto un grado di rischio più elevato). Tra gli esempi figurano azioni, materie prime, immobili e obbligazioni.

Rendimento: Il livello di reddito su un titolo, generalmente espresso in percentuale. Per quanto riguarda le azioni, un parametro comunemente utilizzato è il dividend yield, pari all’importo dei dividendi di ogni azione diviso per il prezzo dell’azione stessa. Nel caso di un’obbligazione, si calcola semplicemente dividendo l’importo della cedola per il prezzo corrente del titolo.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri soggetti/team di Janus Henderson Investors. Eventuali titoli, fondi, settori e indici citati nel presente articolo non costituiscono né fanno parte di alcuna offerta o invito all'acquisto o alla vendita.

 

Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.

 

Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.

 

Comunicazione di Marketing.

 

Glossario