Gestire la crisi energetica in Europa
John Bennett, responsabile azionario europeo, spiega perché, a suo avviso, i prezzi del petrolio rimarranno elevati per un lungo periodo e quali sono le conseguenze per gli investitori.

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In sintesi
- Il settore petrolifero registra le migliori performance in Europa dall’inizio dell’anno, eppure il comparto energetico presenta ponderazioni molto basse negli indici azionari globali rispetto al valore sul mercato fisico.
- A nostro avviso, un'offerta limitata di petrolio e una domanda robusta contribuiscono a mantenere i prezzi del petrolio ad un livello elevato sul lungo periodo.
- Per favorire una transizione agevole verso le zero emissioni nette, le imprese del settore petrolifero e del gas devono stabilire strategie e obiettivi realistici e preferiamo lavorare con società di questo tipo per raggiungere tali obiettivi.
Se il sentiment degli investitori non era negativo prima, ora lo è di sicuro.Dopo sei mesi di guerra in Ucraina senza nessun cessate il fuoco in vista, una recessione probabile e una crisi energetica che peggiora, questo giudizio è comprensibile. Ma, se per alcuni la situazione è estremamente negativa, noi rileviamo delle opportunità. In quanto investitori attivi, cerchiamo valore là dove il mercato è in ripiego. Già da qualche tempo il settore petrolifero e del gas si trova in questa situazione, e le reazioni del presidente russo Vladimir Putin (non da ultimo l'utilizzo del gasdotto Nord Stream 1 come merce di scambio con gli Europei) sono servite a esacerbare i problemi.
Attualmente esiste un'ampia disparità tra i fondamentali di molte major petrolifere e le loro valutazioni, e il settore petrolifero rimane il più performante dall'inizio dell'anno. Ciononostante, molti trovano normale che il settore sia sottopesato in numerosi portafogli e la sua rappresentazione negli indici globali è oggi molto più bassa di quanto il suo valore di mercato non lasci presagire - Figura 1. Sebbene i timori di una profonda recessione abbiano sporadicamente influenzato il prezzo del petrolio, come è accaduto di recente nella seconda settimana di settembre, secondo noi i prezzi rimarranno elevati ancora a lungo.1
Figura 1: Il posizionamento nel settore energetico resta basso
Fonte: Alliance Bernstein, Janus Henderson Investors, al 24 agosto 2022.
Recentemente abbiamo notato altri investitori adottare questo approccio, soprattutto - e la cosa non è priva di ironia - quelli che si definiscono gestori di fondi sostenibili. Ad agosto Citywire ha dato notizia di una serie di fondi sostenibili che presentavano una crescente esposizione alle major petrolifere. Ciò è particolarmente interessante, poiché gli approcci rigidi o puristi di molti di questi fondi rispetto ai combustibili fossili hanno in parte causato allocazioni di capitale di gran lunga errate e gravi anomalie che caratterizzano attualmente il settore.
Quindi, quali prove ci sono per sostenere che i prezzi del petrolio rimarranno elevati per lungo tempo? In base alla semplice teoria economica dell’offerta e della domanda, se l'offerta è sempre limitata e la domanda elevata, i prezzi rimarranno attestati ad un alto livello.
Offerta limitata
Riserve di greggio nel sottosuolo a rischio
La situazione non è caratterizzata solo dalla scarsa offerta di gas proveniente dalla Russia, l’arma che Putin utilizza attualmente contro l’Europa, ma anche da una diminuzione delle riserve di greggio nel sottosuolo. I Paesi membri dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) producono circa il 40% del greggio mondiale.2 L'OPEC si trova attualmente quasi al livello massimo di capacità e la recente decisione di tagliare l'offerta di greggio per sostenere i prezzi peserà ancora di più sui vincoli dell'offerta.
La crescita dello scisto statunitense, inoltre, si è arrestata. Di solito lo scisto presenta un ciclo breve, il che significa che è possibile aumentare rapidamente la produzione prelevando il petrolio da pozzi perforati e non ancora completati. Tuttavia il numero di pozzi di scisto che rientrano in questa categoria è calato notevolmente dai massimi del 2020. Di conseguenza, il potenziale latente dello scisto si è ridotto. Se a ciò si sommano la carenza di attrezzature nel settore petrolifero e la mancanza di manodopera, la capacità dello scisto di compensare la riduzione dell’approvvigionamento è diminuita.3
Le major petrolifere riducono la produzione
Dopo anni di pressioni di tutti i tipi, le major petrolifere si sono impegnate a ridurre la produzione di petrolio e a passare a tipi di carburante alternativi per rispettare gli impegni sul clima. Di conseguenza, l'estrazione di petrolio si sta lentamente ma inesorabilmente riducendo. Poiché molte major petrolifere sono sempre determinate a raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità, non sembra che questi impegni possano essere compromessi a breve.
Per decenni gli investimenti nell’energia sono stati insufficienti
Nel 2020, circa il 40% del gas dell'Unione Europea (UE) era importato dalla Russia, e la Germania e l'Italia erano particolarmente dipendenti da queste forniture, poichè ne importavano rispettivamente il 65% e il 43% 4 – conseguenza negativa degli investimenti insufficienti nel campo dell’energia registrati negli ultimi vent’anni in Europa. Per fortuna, si è notato un cambiamento di paradigma nel Vecchio Continente: si è passati a una maggiore localizzazione delle catene di approvvigionamento e, dopo l’invasione dell’Ucraina, a maggiori investimenti nel campo dell’energia, delle infrastrutture e della difesa.
L'iniziativa REPowerEU della Commissione Europea mira a raddoppiare approssimativamente le capacità ricavate da fonti rinnovabili entro il 2030 e ad aumentare il tasso di diffusione delle rinnovabili del 20%.5,6 Anche se ciò potrebbe rappresentare un buon passo avanti, ci vorrà del tempo per raggiungere questo obiettivo. Nel breve termine, intanto, è essenziale investire nella produzione di petrolio e di gas.
Solida domanda
Fino a che punto una grave recessione può frenare la domanda?
Il mercato teme che una profonda recessione possa frenare in modo significativo la domanda di petrolio e gas, dato che le aziende devono lottare per rimanere redditizie e i privati riducono i consumi. Questi timori hanno avuto ripercussioni sul prezzo del petrolio a giugno e, in settembre, a fronte di rinnovati timori, i prezzi sono scesi a livelli inferiori a quelli registrati prima dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia - Figura 2.
Figura 2: I timori di una recessione spingono temporaneamente al ribasso i prezzi del petrolio
Fonte: Bloomberg, Janus Henderson Investors, prezzi del greggio Brent denominati in euro, al 13 settembre 2022.
Anche se prevediamo che una recessione provochi un calo della domanda, non condividiamo gli scenari più pessimisti, secondo cui la domanda di petrolio sarà ridotta a zero. Dopotutto, l'energia è essenziale anche in tempi di grave recessione per la produzione di cibo, la gestione degli ospedali e il riscaldamento delle case.
Il petrolio e il gas rappresentano una parte della soluzione
Attribuiamo un valore significativo all'industria del petrolio e del gas nel medio e lungo termine, a fronte della transizione dell’Europa verso un’economia verde. Sarebbe irragionevole non investire nelle aziende del settore petrolifero e del gas, vitali per la gestione quotidiana delle nostre società ed essenziali se si vogliono apportare cambiamenti sul lungo termine. In quanto investitori attivi ci concentriamo sul futuro di un’impresa e non sul suo passato. Per favorire una transizione agevole verso emissioni nette zero, le aziende più grandi e più inquinanti devono stabilire strategie e obiettivi realistici. Noi preferiamo lavorare con società di questo tipo per raggiungere tali obiettivi.
Quali sono le conseguenze per gli investitori?
Al momento della redazione di questo articolo, le azioni europee stanno cercando di scontare quelle che possono essere le conseguenze di un inverno caratterizzato dal razionamento del gas e da un ulteriore aumento dei prezzi del gas per le famiglie e le industrie situate in Europa. Non c'è dubbio che nel resto dell’anno si registrerà una certa volatilità, ma riteniamo che vi possano essere nuove opportunità per incrementare le posizioni esistenti o investire in nuove aziende, nel caso in cui le valutazioni e i fondamentali siano in disaccordo – e questo è certamente il caso di molte aziende del settore petrolifero e del gas.
1: Bloomberg, prezzi del greggio Brent al 13 settembre 2022.
2 US Energy Information Administration, al 7 settembre 2022.
3 Reuters, "Le carenze di scisto USA non consentono di sostituire il petrolio russo, sotto embargo", marzo 2022.
4 Stime Eurostat, DUKES e Jefferies, 2020.
5Commissione Europea, iniziativa REPowerEU, Janus Henderson Investors, 8 marzo 2022.
6 Ember Climate Insights, "Lo shock spinge ad agire", giugno 2022.
Zero emissioni nette significa che la produzione di gas serra è bilanciata dalla rimozione di altri gas a effetto serra dall'atmosfera.
INFORMAZIONI IMPORTANTI
Gli investimenti concentrati in un unico settore, industria o regione saranno più sensibili ai fattori che influiscono su tale gruppo e potrebbero essere più volatili rispetto a investimenti meno concentrati o al mercato nel suo complesso.
Un turnover di portafoglio più elevato può comportare costi più alti e perdite o guadagni netti imponibili potenzialmente più elevati.
I settori delle risorse naturali possono risentire in misura significativa dei cambiamenti registrati a livello della domanda e offerta di risorse naturali, dei prezzi delle materie prime e delle fonti di energia, senza dimenticare le ripercussioni derivanti da sviluppi politici ed economici, incidenti ambientali, fino ad arrivare al risparmio energetico e ai progetti di esplorazione.
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Comunicazione di Marketing.