Si prega di assicurarsi che Javascript sia abilitato ai fini dell'accessibilità al sito web. L'impatto della guerra sulla politica energetica europea
Per investitori privati in Italia

L'impatto della guerra sulla politica energetica europea

Richard Brown, membro del team European Equities diretto da John Bennett, esamina come il conflitto tra Russia e Ucraina stia incidendo sulla politica energetica europea e le potenziali opportunità per gli investitori.

John Bennett

John Bennett

Director of European Equities | Gestore di portafoglio


Richard Brown, CFA

Richard Brown, CFA

Client Portfolio Manager


6 mag 2022
9 minuti di lettura

In sintesi

  • Il conflitto tra Russia e Ucraina ha agito come catalizzatore per le già significative ambizioni nelle energie rinnovabili dell'Unione europea, in cui hanno sede molte delle maggiori società globali del settore.
  • Riteniamo che l'aumento della domanda di un flusso costante di energia allevierà alcuni dei timori relativi alla concorrenza tra gli sviluppatori per i contratti e favorirà l'incremento delle vendite per il settore delle utilities e la sua catena logistica.
  • Una ricerca fondamentale approfondita è essenziale per determinare quali aziende sono posizionate meglio per il successo in questo contesto.

L'invasione russa dell'Ucraina ha dominato i mercati dall'inizio dell'anno. Innanzitutto, speriamo che cessino immediatamente la violenza e la perdita di vite umane. Se queste speranze si realizzano, fatichiamo a capire come gli alleati della NATO possano giustificare l'allentamento delle sanzioni economiche a breve e medio termine con conseguenze significative per la società, gli investitori e i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG).

Pensiamo che l'invasione segni un cambiamento di paradigma, o se non altro un'accelerazione di tendenze emergenti, verso una maggiore localizzazione delle catene logistiche e investimenti tangibili nei settori dell'energia, delle infrastrutture e della difesa. Inoltre mette in dubbio l'approccio arbitrario e, a volte, controproducente, adottato da molti nel settore della gestione patrimoniale, basato su scorecarding morale, nei confronti di aziende economicamente, e quindi socialmente, essenziali. Se queste previsioni si realizzassero, le implicazioni di mercato sarebbero significative. Gli investitori dovranno ancora una volta 'preoccuparsi' delle valutazioni delle aziende, il prezzo pagato per un flusso di cassa, in un modo che è stato piuttosto sfuggente negli ultimi dieci anni.

In questo articolo abbiamo scelto di concentrarci sulla politica energetica europea, che viene completamente ridisegnata in questo momento, con implicazioni e opportunità per gli investitori nel mercato azionario europeo.

Raggiungere l'indipendenza energetica dalla Russia

Nel 2020, circa il 40% del gas dell'Unione europea (EU) era importato dalla Russia, e la Germania e l'Italia erano particolarmente dipendenti da queste forniture importandone rispettivamente il 65% e il 45%, un dannoso riflesso della politica energetica degli ultimi due decenni.1 Anche se ha fatto meno notizia delle azioni intraprese in materia di politica di difesa, la risposta dei politici europei è stata straordinaria. I decisori politici, tramite l'iniziativa REPowerEU della Commissione europea e il Vertice sull'energia pulita del 2022, hanno annunciato un'azione immediata, di ampia portata e su larga scala per ridurre le importazioni nel 2022 e liberarsi dalla dipendenza dal gas russo entro la fine del decennio.2

Per raggiungere questo obiettivo a breve termine, i decisori politici si sono concentrati principalmente sulle forniture alternative di gas attraverso il mercato del gas naturale liquefatto (GNL), tramite il rapido acquisto di cargo GNL finanziati dalle autorità ed esigendo che la capacità di stoccaggio del gas sotterraneo raggiunga almeno il 90% prima di ogni inverno (contro circa il 30% in genere).3 In questo modo, il GNL è stato scelto come combustibile di transizione vitale nel percorso verso lo zero netto (con emissioni di carbonio inferiori a quelle del carbone o del petrolio), modificando sostanzialmente la percezione che gli investitori hanno di questo combustibile e sottolineandone l'importanza per mantenere le luci accese e le fabbriche in funzione nella più grande economia dell'UE, quella tedesca, il prossimo inverno.

Riteniamo che si tratti di un cambiamento significativo dato che molte società legate al GNL erano spesso svalutate negli anni precedenti per il loro impatto ambientale nell'universo dei combustibili, nonostante le minori emissioni di carbonio. La politica mira inoltre a velocizzare gli elementi della transizione verde riducendo la dipendenza dai combustibili fossili, che producono emissioni di carbonio più elevate, nelle case, nell'industria e nella generazione di elettricità, una misura destinata a favorire le aziende coinvolte nell'infrastruttura della rete energetica e ad aumentare l'efficienza.

Figura 1: Aree previste per sostituire il deficit energetico nel 2022

Aree previste per sostituire il deficit energetico nel 2022

Fonte: ING Research, Janus Henderson Investors Analysis, Commissione europea al 15 marzo 2022. Nota: REPowerEU propone di ridurre le importazioni di gas russo di 100 miliardi metri cubi nel 2022.

Una nuova attenzione per le energie rinnovabili

Riteniamo che il cambiamento più significativo nella politica energetica sia la revisione degli obiettivi in materia di energie rinnovabili, con l'UE che mira attualmente a raddoppiare approssimativamente la capacità incrementale rinnovabile a 900 gigawatt (GW), secondo le nostre stime, entro il 2030 e ad aumentare del 20% la diffusione delle energie rinnovabili.4,5 La portata di questo sforzo è messa in prospettiva nella figura 2, che illustra la base installata dei maggiori fornitori europei e statunitensi.

Alla luce del flusso continuo di notizie sulla "guerra" delle forniture di gas russo e delle sanzioni auto-inflitte sugli idrocarburi russi in generale, riteniamo che l'UE, i singoli stati membri e il Regno Unito stiano facendo enormi sforzi (la maggior parte dei dettagli rimangono dietro le quinte) per prepararsi a un'ulteriore significativa accelerazione della transizione verso le energie rinnovabili. Per le nazioni europee, l'accessibilità e la sicurezza energetiche sono diventate prerequisiti per la sopravvivenza.

Company Domicilio Capacità installata (GW)
Iberdrola Europa 22
NextEra USA 17
Enel Europa 16
Berkshire Hathaway Energy USA 12
EDP Europa 12
EDF Europa 11
Orsted Europa 9
RWE Europa 9
Acciona Energia Europa 8
Engie Europa 7

Fondamentalmente, i governi hanno individuato i principali colli di bottiglia per raggiungere questi obiettivi: si tratta della velocità di concessione degli sviluppi rinnovabili. Le attuali normative e la burocrazia comportano tempi lunghi e costi elevati per gli sviluppatori di energia eolica e solare. La Germania sta ora esplorando opzioni per accelerare questo processo limitando lo spazio riservato alle esercitazioni militari in mare, riducendo i requisiti sulla distanza minima dalle aree residenziali e accorciando i tempi massimi di pianificazione grazie all'introduzione di limiti di tempo oltre i quali la pianificazione sarà considerata automaticamente approvata. Sembra che si prenda in considerazione ogni opzione.

In Spagna il ministero per la Transizione ecologica (Miteco) ha recentemente proposto una legge che consente ai progetti solari di dimensioni inferiori a 150 megawatt (MW) e ai parchi eolici di meno di 75 MW di evitare la lunga procedura di valutazione dell'impatto ambientale del paese, a condizione che i progetti siano situati in aree a bassa o moderata sensibilità all'ambiente e che le loro linee aeree di allacciamento alla rete non superino i 15 chilometri di lunghezza e 220 chilovolt. Dato che circa la metà della superficie della Spagna ha una valutazione di sensibilità ambientale bassa o moderata per la creazione di energia solare e circa il 36% per l'energia eolica, l'impatto sarà significativo. Seguendo le orme della Spagna, il Portogallo non richiederà più studi di impatto ambientale per i nuovi progetti solari fino a 50 MW, secondo João Galamba, segretario di stato per l'energia.6 È chiaro che, di fronte alla scelta, i governi europei stanno dando la priorità all'indipendenza energetica e all'interruzione del finanziamento dell'esercito russo modificando le attuali norme di pianificazione, un'opinione che sospettiamo sia condivisa dell'elettorato.

Inoltre, è stato riportato che anche l'Italia si è mossa di recente nella stessa direzione, introducendo un nuovo "Decreto energia", con misure fondamentali tra cui un nuovo pacchetto di semplificazione che mira ad accelerare le procedure di autorizzazione di impianti eolici e solari.

In sintesi, riteniamo che il conflitto tra Russia e Ucraina abbia agito da catalizzatore per le ambizioni già importanti dell'UE in materia di energie rinnovabili. Naturalmente, in qualità di investitori, ciò ci spinge a considerare con maggiore attenzione gli sviluppatori e gli operatori del settore delle energie rinnovabili, prevalentemente società europee di servizi pubblici ben posizionate per beneficiare di un cambiamento radicale nella crescita.

In che modo le società di servizi pubblici potrebbero trarre vantaggio dall'attuale politica energetica?

Innanzitutto, è utile osservare l'andamento dei prezzi delle azioni negli ultimi anni, perché dopo tutto la spinta verso la crescita delle energie rinnovabili è in atto già da tempo. In questo caso, è utile confrontare la performance di Orsted, una società danese specializzata nelle energie rinnovabili, e di Royal Dutch Shell, il più grande titolo energetico in Europa. Orsted è stato uno dei primi operatori a dismettere le proprie attività nel settore del petrolio e del gas, trasformandosi successivamente in uno dei maggiori sviluppatori, proprietari e gestori di parchi eolici offshore. Shell, pur essendo desiderosa di ridurre il proprio impatto ambientale, rimane un produttore di energia più tradizionale.

Figura 3: Performance dei titoli delle energie rinnovabili rispetto all'energia tradizionale

Performance energia rinnovabile vs. riserve di energia tradizionali

Orsted ha ottenuto risultati fenomenali nel 2019 e nel 2020, ma da allora ha conseguito una performance molto meno brillante insieme ad altri titoli 'prediletti' delle energie rinnovabili (figura 3). Ciò è dovuto all'aumento dei costi dei fattori produttivi che hanno ridotto in modo sostanziale i margini di profitto e all'aumento della concorrenza da parte di altre major petrolifere, come Shell, che cercano a loro volta di ridurre la quota dei combustibili fossili nel loro mix di prodotti. Il timore è che questi produttori petroliferi si concentrino meno sui ritorni economici del progetto sulle energie rinnovabili, puntando invece principalmente ad aumentare la loro capacità il più rapidamente possibile. Inoltre, il prezzo delle azioni di Orsted ha raggiunto una valutazione ambiziosa all'inizio del 2021 (figura 4). Ciò costituisce un utile promemoria dell'importanza dell'analisi e della valutazione del settore, anche nel caso di un settore che osserva un cambiamento di passo nel suo profilo di crescita, particolarmente in un ambiente in cui i tassi di interesse sono tendenzialmente più elevati e aumentano il costo del capitale per le aziende.

Figura 4: Picco di valutazione della società di energie rinnovabili Orsted

Performance energia rinnovabile vs. riserve di energia tradizionali

È inoltre fondamentale considerare l'accessibilità economica dell'energia quando si analizzano gli sviluppatori di energie rinnovabili, date le conseguenze sulla redditività. Si stima che quest'anno le bollette dell'energia domestica aumenteranno del 65% rispetto al 2020, 7 con prezzi spot che suggeriscono drastici aumenti. I regolatori e i governi cercheranno di proteggere i consumatori da enormi aumenti delle bollette domestiche (considerando come il costo della vita ha dominato il recente dibattito elettorale francese), ma alla fine qualcuno dovrà pagare. Finora, l'intervento del governo è stato ampiamente diffuso ma abbastanza favorevole per il settore, concentrandosi solo sui clienti più vulnerabili. Ciò ha avuto un impatto trascurabile sulla redditività delle utilities ma rimane un rischio notevole per il settore.

Uno sguardo più lontano nella catena logistiche delle energie rinnovabili

A parte gli sviluppatori, ci sono molte piccole e medie imprese nella catena logistica delle energie rinnovabili che hanno tradizionalmente tratto vantaggio dell'aumento della domanda di energia eolica e solare. Tra queste imprese sono inclusi fornitori di polisilicio (un materiale utilizzato per i pannelli solari), produttori di turbine eoliche e apparecchiature fotovoltaiche, impianti di produzione di idrogeno e produttori di elettrolizzatori, essenziali per la produzione di energia. In molti casi, il sentiment degli investitori è molto ribassista in questi settori, in quanto si concentra sulle pressioni a breve termine sui margini di profitto a causa degli elevati costi delle materie prime, nonché sulla percezione di una registrazione degli ordini ancora lenta, che a nostro parere è falsata dalle pressioni sui prezzi dell'ultimo anno o due.

L'aumento della domanda comporta opportunità

Riteniamo infine che l'aumento della domanda determinato dalla nuova politica dell'UE attenuerà alcuni dei timori riguardanti la concorrenza tra gli sviluppatori per i contratti e favorirà la crescita delle vendite per il settore delle utilities e la sua catena logistica. Le caratteristiche difensive/di bassa volatilità offerte dalle utilities possono essere vantaggiose anche in un contesto economico sempre più imprevedibile. Tuttavia, come abbiamo già sostenuto in altre discussioni sulla transizione energetica, è necessaria un'analisi fondamentale approfondita per determinare quali imprese sono posizionate meglio per avere successo.

 

1 Eurostat, DUKES, Jefferies Estimates, nel 2020.

2 Commissione europea, REPowerEU initiative, 8 marzo 2022.

3 Commissione europea, Domande e risposte sulle nuove norme UE in materia di stoccaggio del gas, 23 marzo 2022. Gli stati membri devono garantire che le infrastrutture di stoccaggio del gas sotterraneo siano riempite per almeno l'80% della loro capacità a livello di stato membro entro il 1 novembre 2022, fino al 90% per gli anni successivi.

4 Commissione europea, iniziativa REPowerEU, Janus Henderson Investors, 8 marzo 2022.

5 Obiettivi climatici dell'Unione europea, ottobre 2021.

6 Dati Bloomberg New Energy Finance (BNEF), aprile 2022.

7 Ricerca Jefferies, al 31 marzo 2022.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.

 

Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.

 

Comunicazione di Marketing.

 

Glossario