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Azioni USA: mantenere il focus in un anno di cambiamenti

Il gestore di portafoglio Jeremiah Buckley analizza lo stato dell'azionario USA e cosa aspettarsi in futuro.

Jeremiah Buckley, CFA

Jeremiah Buckley, CFA

Gestore di portafoglio


23 set 2022
9 minuti di lettura

In sintesi

  • Il mercato azionario ha registrato una profonda correzione nella prima metà di quest'anno. Dopo un periodo di avvicendamenti generalizzati nei vertici aziendali e compressione dei multipli, ribadiamo che una crescita degli utili sostenibile a lungo termine possa sostenere il successo delle imprese.
  • La volatilità ha premiato alcune aziende a nostro avviso gravate da problemi di natura secolare, ma continuiamo a credere nella potenza dei cambiamenti a lungo termine nell'utilizzo della tecnologia e nelle società capaci di beneficiarne.
  • Le turbolenze di mercato hanno inoltre adeguato il premio al rischio per le azioni, che ha raggiunto livelli più ragionevoli. Il mercato presenta opportunità di crescita a lungo termine.

Riassetto del mercato azionario

Nel primo semestre di quest'anno il mercato azionario statunitense ha registrato una profonda correzione per poi recuperare un po' di terreno; tuttavia, gli investitori stanno ancora cercando di valutare quali saranno gli effetti dell'inflazione e della risposta della Federal Reserve (Fed) sulla crescita economica e, analogamente, sugli utili societari. Gran parte della performance del mercato è stata determinata dalla contrazione dei multipli prezzo/utili (P/E). Le stime degli utili per l'indice S&P 500® non sono cambiate drasticamente quest'anno e, di fatto, hanno continuato a crescere mentre il prezzo dell'indice è sceso. In altre parole, anche se gli utili sono ancora in crescita, gli investitori sono ora disposti a pagare meno per averli.

Bilanciare la solidità dei consumi e del lavoro con l'aumento dei tassi e dell'inflazione

Sebbene gli utili abbiano continuato a crescere (anche se in misura più modesta), all'inizio dell'anno ci aspettavamo un incremento a due cifre - grazie alla solidità dei bilanci dei consumatori e delle imprese - in grado di sostenere la spesa e gli investimenti e promuovere così la crescita economica. Allora i tassi di risparmio personale erano ancora elevati rispetto alla storia recente, favoriti dagli stimoli governativi legati al COVID e dall'impossibilità per i consumatori di spendere in servizi a causa della pandemia. I tassi di risparmio sono in seguito diminuiti, alimentando una parte delle spese dei consumatori a mano a mano la liquidità derivante dagli stimoli è stata spesa. Al tempo stesso, la carenza di forza lavoro dall'inizio della pandemia ha spinto al rialzo i salari, contribuendo anch'essa alla forza dei consumi. Come illustrato nella Figura 1, le spese per consumi personali hanno continuato ad aumentare malgrado l'inasprimento della politica monetaria da parte delle banche centrali.

Figura 1: Spese per consumi personali, tasso di risparmio e aumento della retribuzione oraria (2007-2022)

Fonte: Federal Reserve Economic Data (FRED).

La notevole forza dei consumi ha complicato gli interventi della Fed volti a contenere l'inflazione. I consumatori sono in una posizione più robusta rispetto ai precedenti cicli di rialzi dei tassi ed è pertanto più difficile prevedere gli effetti economici dei tassi più elevati. I recenti dati sull'occupazione hanno evidenziato un aumento della partecipazione alla forza lavoro con i lavoratori che rientrano in un mercato rigido, riducendo potenzialmente l'inflazione salariale. I segnali di miglioramento dell'inflazione potrebbero rendere la Fed meno propensa a mantenere posizioni aggressive, il che potrebbe essere di buon auspicio per la crescita economica futura. Resta da vedere come si evolverà questo equilibrio man mano che gli stimoli si esauriranno e la Fed proseguirà la stretta; per ora i consumatori sembrano tuttavia poggiare su basi relativamente solide.

Un esame degli utili più approfondito

Figura 2: Crescita degli utili S&P 500 da inizio anno

Fonte: Bloomberg. Utili per azione (EPS) BEst (Bloomberg Estimates), mix a 12 mesi.

Le stime degli utili sono leggermente diminuite a fronte del rapido aumento dei tassi d'interesse, dei rincari delle commodity - soprattutto nel settore energetico - e di un significativo apprezzamento del dollaro, che è stato particolarmente sfavorevole per le imprese multinazionali, i produttori e le esportazioni. Tuttavia, le stime di consensus degli utili ipotizzano ancora una crescita sostenuta per quest'anno, dopo l'aumento a doppia cifra su base annua degli utili S&P 500 per il primo semestre dell'anno. I rincari delle commodity hanno modificato anche la composizione degli utili S&P 500. Benché le aspettative di utili siano state in generale riviste al ribasso, gli utili delle aziende energetiche e orientate alle materie prime hanno registrato incrementi notevoli, alimentati in parte dalle turbative nelle filiere dovute al perdurante conflitto tra Russia e Ucraina. Un'impennata favorita da un periodo di flessione negli invetsimenti in materie prime da parte delle imprese statunitensi.Guardando l'altra faccia della medaglia, alcuni rivenditori sono stati costretti a svalutare le scorte in eccesso in quanto le spese di consumo - nettamente virate verso beni fisici durante la pandemia - sono riconfluite sui servizi in modo più rapido del previsto. Sebbene alcuni di questi operatori abbiano ridimensionato le ipotesi di utili per l'esercizio, nel complesso le stime degli utili sono rimaste relativamente stabili.

Come illustrato nella Figura 3 , i rendimenti S&P 500 di quest'anno sono riconducibili alla performance brillante dei settori di energia e servizi di pubblica utilità. Malgrado il ritardo di altri settori, per il prossimo anno si prevede un aumento significativo degli utili per il benchmark nel suo complesso e in aree quali i servizi di comunicazione e i beni discrezionali, pesantemente penalizzate quest'anno.

Figura 3: Rendimenti S&P 500 da inizio anno e stime degli utili per settore

Fonte: Bloomberg, al 1° settembre 2022.

Al contempo, molte aziende che hanno dovuto far fronte all'inflazione derivante dall'apprezzamento del dollaro o dai rincari delle commodity, hanno fatto ricadere gli aumenti dei costi sui clienti negli ultimi trimestri. Questi aumenti tendono a permanere anche dopo l'allentamento della pressione sui costi e le aziende ne vedono ora i benefici attraverso l'incremento delle vendite e il miglioramento dei margini. A nostro avviso ciò è in grado di contribuire alla crescita degli utili nella seconda metà dell'anno e nel primo semestre del 2023, soprattutto in caso di attenuazione dell'inflazione. Di conseguenza, malgrado la virata significativa della performance verso le aziende legate all'energia e alle commodity nell'indice osservata quest'anno, riteniamo che in futuro la crescita degli utili possa iniziare a generare rendimenti azionari in altre aree del mercato.

I temi di crescita persistono

La prima metà del 2022 ha coinciso non solo con una compressione dei multipli, ma anche con uno dei peggiori periodi dell'ultimo decennio in termini di performance per i titoli growth rispetto ai value. Non ci aspettiamo che questa dicotomia continui: crediamo infatti che i corsi azionari siano alimentati da una crescita degli utili sostenibile a lungo termine e che le aziende in grado di accrescere gli utili nel tempo siano destinate a beneficiarne. In passato abbiamo parlato della potenza dei temi a lungo termine e delle aziende capaci di sfruttare i cambiamenti secolari nell'utilizzo della tecnologia. Benché lo scenario degli investimenti sia profondamente cambiato quest'anno, riteniamo che la rilevanza di questi temi non sia cambiata. In particolare, le aziende che utilizzano la tecnologia per migliorare sia le analisi dei dati relativi alle relazioni con i clienti sia i loro prodotti, continueranno a conquistare quote di mercato e a diventare più efficienti nel tempo. Le aziende con bilanci robusti e flussi di cassa costanti, in grado di investire in periodi macroeconomici volatili come quello attuale, si troveranno inoltre in una posizione ideale per registrare una crescita relativa più rapida man mano che il contesto degli investimenti si normalizza.

Restiamo concentrati sulle aziende growth all'interno del nostro mercato statunitense target. Molte delle aziende tecnologiche di maggior successo del mondo hanno sede negli Stati Uniti, un Paese il cui contesto economico ha favorito la cultura della crescita e dell'innovazione. Il mercato azionario statunitense è anche il più grande al mondo: le sue aziende rappresentano infatti oltre il 40% della capitalizzazione di mercato globale.1 La crescita dei dividendi negli Stati Uniti ha dimostrato una resilienza eccezionale durante la pandemia e la flessione di quest'anno non implica affatto una debolezza. Nel secondo trimestre, oltre il 97% delle imprese ha distribuito dividendi, o li ha mantenuti stabili. Allo stesso tempo, le imprese statunitensi hanno incrementato i riacquisti di azioni allo scopo di destinare agli azionisti i crescenti flussi di cassa.

Figura 4: Janus Henderson Global Dividend Index – Nord America

Fonte: Janus Henderson. L'indice Janus Henderson Global Dividend (JHGDI) è uno studio a lungo termine dei trend globali dei dividendi. Misura i livelli dei redditi da dividendi corrisposti dalle società mondiali agli investitori.

Nel complesso, crediamo nella capacità delle aziende statunitensi di adattarsi e creare valore e questa convinzione è stata premiata, soprattutto negli ultimi anni, in quanto il mercato USA ha sovraperformato altri mercati globali.

Figure 5: Performance degli indici USA e globali

Fonte: Bloomberg, al 31 agosto 2020. Rendimenti cumulativi ribasati a 100.

Valutazione delle opportunità a fronte dei cambiamenti del profilo rischio/rendimento

Quest'anno le turbolenze di mercato hanno adeguato il premio al rischio azionario e il nostro giudizio sull'interesse relativo delle azioni rispetto alle obbligazioni nel contesto attuale. Parallelamente alla decelerazione della crescita, si è intensificata l'incertezza e sono saliti i rendimenti nominali, mentre il rapporto rischio/rendimento è diventato più equilibrato rispetto allo scorso anno, quando era fortemente a favore delle azioni. Ciò detto, anche il premio al rischio azionario ha raggiunto livelli più razionali. In generale, riteniamo che una volatilità come quella osservata quest'anno possa creare anomalie a livello di prezzo e valore. In un quadro di continuo adeguamento delle valutazioni e dei profili rischio/rendimento delle aziende, gli investitori accorti potrebbero riuscire a sfruttare le opportunità offerte dal mercato.

1 Stime della World Federation of Exchanges e della Securities Industry and Financial Markets Association (SIFMA).
La duration può misurare anche la sensibilità del prezzo di un'obbligazione o di un portafoglio obbligazionario alle variazioni dei tassi d'interesse.
L'indice MSCI All Country World ex USA℠ riflette la performance dell'azionario nei mercati sviluppati ed emergenti globali, esclusi gli Stati Uniti.
L'indice MSCI Europe℠ riflette la performance dell'azionario nei mercati sviluppati europei.
Il rapporto prezzo/utili (P/E) misura il corso azionario di uno o più titoli all'interno di un portafoglio rispetto all'utile per azione.
L'indice S&P 500® riflette la performance dei titoli azionari ad alta capitalizzazione statunitensi e rappresenta la performance generale del mercato azionario statunitense.

La Fed, o Federal Reserve è la banca centrale degli Stati Uniti d'America
La volatilità misura il rischio utilizzando la dispersione dei rendimenti per un determinato investimento.

INFORMAZIONI IMPORTANTI
Le commodity (come per esempio petrolio, metalli e prodotti agricoli) e i titoli legati alle commodity sono soggetti a un maggior grado di rischio e volatilità e potrebbero non essere adatti a tutti gli investitori. Le commodity sono di natura speculativa e possono risentire di svariati fattori quali movimenti di mercato, sviluppi economici e politici, perturbazioni della domanda e dell'offerta, condizioni meteorologiche, malattie ed embarghi.
La diversificazione non assicura un profitto né elimina il rischio di subire perdite negli investimenti.
I titoli a reddito fisso sono soggetti al rischio di tasso di interesse, di inflazione, di credito e di default. Il mercato obbligazionario è volatile. Con l'aumento dei tassi di interesse, i prezzi delle obbligazioni di solito diminuiscono, e viceversa. Il rendimento del capitale non è garantito e i prezzi possono diminuire se un emittente non effettua pagamenti puntuali o se la sua solidità creditizia si indebolisce.
La correlazione misura il grado in cui due variabili si muovono l'una rispetto all'altra. Un valore di 1,0 implica un movimento parallelo, -1,0 un movimento in direzioni opposte e 0,0 l'assenza di relazione.
Gli investimenti di tipo growth e value presentano particolari rischi e potenziale di guadagno e possono non essere adatti a tutti gli investitori. I titoli growth sono soggetti a maggiori rischi di perdita e volatilità dei prezzi e potrebbero non realizzare il potenziale di crescita percepito. I titoli value possono continuare a essere sottovalutati dal mercato per lunghi periodi di tempo e potrebbero non apprezzarsi nella misura prevista.
I settori tecnologici potrebbero essere notevolmente influenzati dall'obsolescenza della tecnologia esistente, dai brevi cicli di prodotto, dal calo dei prezzi e dei profitti, dalla competizione di nuovi operatori sul mercato e dalle condizioni economiche generali. Un investimento concentrato in un unico settore potrebbe essere più volatile della performance di investimenti meno concentrati e del mercato nel suo complesso.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri soggetti/team di Janus Henderson Investors. Eventuali titoli, fondi, settori e indici citati nel presente articolo non costituiscono né fanno parte di alcuna offerta o invito all'acquisto o alla vendita.

 

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