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Meno volatilità attesa nel 2021, ma l’incertezza rimane

Il Co-Responsabile delle azioni George Maris fa una panoramica delle incertezze a cui dovranno far fronte gli investitori il prossimo anno, pur in presenza di una volatilità inferiore rispetto ai livelli estremi del 2020.

5 gen 2021
5 min di visione

In sintesi

  • Probabilmente nel 2021 non rivedremo i livelli estremi di volatilità che hanno caratterizzato il mercato nel 2020, tuttavia gli investitori dovranno affrontare ancora molte incertezze.
  • Per trainare i mercati azionari occorrerà anzitutto domare la pandemia, solo così le aziende inizieranno a ricostituire le scorte e riprenderanno a operare a pieno ritmo.
  • Negli ultimi 12 mesi la COVID-19 ha innescato molti cambiamenti comportamentali. Vi saranno quindi nuove opportunità - e nuovi rischi - a seconda di quali trend persisteranno e di come il mondo si adeguerà alla nuova realtà.

Sustainability article

George Maris: So it is an interesting question whether volatility will persist into 2021. Mathematically, it’s hard to imagine that we will keep at the same pace that we have had in 2020. We literally had the highest volatility reading in markets of all time in March of 2020 and that is persistent throughout the year. The reasons for [this] are not particularly mysterious – pandemic and lockdowns, elections, Brexit, social unrest… It has been global in terms of the volatility and it has been all-encompassing, and that has certainly filtered into the economy and markets.

Sarà così anche il 2021? Naturalmente tutti speriamo di no. Tuttavia non dimentichiamo che a febbraio 2020 nessuno si aspettava quel che poi è successo. È la prova che fare previsioni su volatilità ed eventi geopolitici e macroeconomici è come giocare un terno al lotto. Non vi è alcuna certezza e occorre essere preparati ad altre criticità. Dobbiamo ancora domare la pandemia e uscire dai lockdown. Gli sviluppi sui vaccini sono certamente incoraggianti, ma non sappiamo quali transizioni geopolitiche ci attendono. Negli Stati Uniti c’è ancora agitazione per l’esito delle elezioni e per le sue implicazioni politiche, commerciali e diplomatiche tra gli USA e il resto del mondo, per non parlare dei nodi ancora irrisolti della Brexit. Vi sono quindi molte questioni da affrontare e per le quali dobbiamo essere preparati.

Quando penso ai driver di crescita del mercato azionario nel 2021, la prima cosa che mi viene in mente, la più ovvia, è la capacità di domare la pandemia. La disponibilità di un vaccino farà una differenza enorme, poiché consentirà di gestire la situazione e avviare un processo di ritorno alla normalità. Genererà inoltre un consistente aumento dell’offerta. Come prevedibile, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia molte attività non hanno potuto operare a pieno ritmo e presto le società inizieranno a ricostituire le scorte.

Credo che potremo anche beneficiare di un aumento dell’inflazione: un incremento moderato dei prezzi sarebbe l’ideale. Primo perché sarebbe indice di crescita incipiente. Secondo perché sosterrebbe la leva operativa delle imprese. Molte aziende generano più utile quando l’inflazione primaria è più elevata, una situazione che favorirà sicuramente le azioni.

Da ultimo occorre considerare anche la stabilità geopolitica e politica - un’impasse negli USA, una soluzione positiva sulla Brexit in Europa, ecc. - e una possibile normalizzazione delle relazioni commerciali internazionali. Sul fronte negativo, il primo fattore di rischio è rappresentato dalla pandemia e dalle sue conseguenze, laddove non è sotto controllo, laddove richiede nuove misure restrittive, laddove continua a nuocere alla comunità. Poi ci sono sempre le tensioni sul fronte geopolitico. Non sappiamo quali strade prenderà la politica nel 2021. Non è un punto da sottovalutare, perché dalla politica dipende una lunga serie di decisioni critiche. Sono preoccupato per quel che potrebbe accadere non solo in caso di inasprimento normativo, ma anche in caso di svolta verso il settore privato.

Uno degli elementi essenziali per gli investimenti nel 2021 sarà sicuramente il profilo ESG. Le modalità di integrazione dei principi ESG e la loro considerazione in ogni aspetto del nostro lavoro è essenziale. E noi di Janus Henderson dovremo impegnarci ancora di più per migliorare le caratteristiche di rischio/rendimento dei nostri prodotti nel segno di una maggiore sostenibilità. Un secondo elemento di cui dobbiamo essere assolutamente consapevoli riguarda i cambiamenti permanenti di lungo periodo occorsi negli ultimi mesi e accelerati dalle nuove abitudini generate dalla pandemia. In molti casi si tratta di novità di matrice tecnologica: più flessibilità nel lavoro e maggiore adozione di soluzioni tecnologiche. Negli ultimi 12 mesi si sono osservati importanti progressi o cambiamenti comportamentali. Ora resta da vedere in che misura queste modifiche diverranno permanenti e in che misura cambieranno il mondo attorno a noi.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

Le performance passate non sono indicative dei rendimenti futuri. Tutti i dati dei rendimenti includono sia il reddito che le plusvalenze o le eventuali perdite ma sono al lordo dei costi delle commissioni dovuti al momento dell'emissione.

 

Le informazioni contenute in questo articolo non devono essere intese come una guida all'investimento.

 

Comunicazione di Marketing.

 

Glossario

 

 

 

 

5 gen 2021
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In sintesi

  • Probabilmente nel 2021 non rivedremo i livelli estremi di volatilità che hanno caratterizzato il mercato nel 2020, tuttavia gli investitori dovranno affrontare ancora molte incertezze.
  • Per trainare i mercati azionari occorrerà anzitutto domare la pandemia, solo così le aziende inizieranno a ricostituire le scorte e riprenderanno a operare a pieno ritmo.
  • Negli ultimi 12 mesi la COVID-19 ha innescato molti cambiamenti comportamentali. Vi saranno quindi nuove opportunità - e nuovi rischi - a seconda di quali trend persisteranno e di come il mondo si adeguerà alla nuova realtà.