Small cap globali: dallo spettro dei dazi ai guadagni di produttività AI
Il Client Portfolio Manager Richard Brown illustra i mutamenti in atto quest'anno nei mercati small cap, in un quadro in cui l'integrazione AI e le dinamiche regionali offrono una nuova prospettiva per gli investitori.
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In sintesi
- In questo 2025 finora i mercati small cap europei e giapponesi hanno sovraperformato quelli statunitensi, sollevando interrogativi sull'archetipo consolidato dell'eccezionalismo a stelle e strisce.
- Notiamo che l'AI sta migliorando la produttività nelle società a bassa capitalizzazione, in particolare in quelle ad alta intensità di manodopera. Riteniamo quindi che tali società siano meglio posizionate per integrare l'AI più rapidamente rispetto alle loro competitor di maggiori dimensioni e più "corpose", offrendo il potenziale per guidare l'innovazione in vari settori.
- Le small cap globali offrono interessanti prospettive di crescita e la disparità di quotazione rispetto alle competitor di maggiori dimensioni potrebbe ridursi in uno scenario di tagli dei tassi.
Espansione fiscale: le misure fiscali sono relative alla politica governativa, riguardanti la definizione delle aliquote fiscali e dei livelli di spesa. L'austerità fiscale indica l'aumento delle imposte e/o i tagli della spesa nel tentativo di ridurre il debito pubblico. Per espansione (o "stimolo") fiscale s'intende un aumento della spesa pubblica e/o a una riduzione delle imposte.
Large cap: società ben affermate con una valutazione (capitalizzazione di mercato) superiore a una certa dimensione, ad esempio 10 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Può anche essere usato come termine relativo. Gli indici large-cap, come il FTSE 100 nel Regno Unito o lo S&P 500 negli Stati Uniti, replicano la performance delle maggiori società quotate in borsa, piuttosto che tutti i titoli al di sopra di una certa dimensione.
Rapporto P/E (prezzo/utili) atteso: rapporto comunemente utilizzato per valutare le azioni di una società rispetto ad altri titoli o a un indice di riferimento. Si calcola dividendo il prezzo corrente delle azioni per gli utili previsti dalla società nei successivi 12 mesi.
Small cap: società con una valutazione (capitalizzazione di mercato) entro una certa fascia, ad esempio tra 300 milioni e 2 miliardi di dollari negli Stati Uniti, anche se in genere queste cifre rappresentano solo una stima. I titoli small cap potenzialmente offrono una crescita più rapida rispetto a quelli di società più grandi, a fronte di una maggiore volatilità.
Dazi: tasse imposta da un governo sulle merci importate da altri paesi.
Intravvedi una dislocazione nelle prospettive tra le small cap statunitensi e del resto del mondo?
In effetti abbiamo osservato una divergenza di performance piuttosto marcata nei mercati regionali delle small cap finora nel 2025. A inizio anno l'attenzione era catalizzata dal tema dell'eccezionalismo a stelle e strisce, mentre gli operatori immaginavano un'Europa in ginocchio a causa dei dazi. E ora invece, solo pochi mesi dopo, i mercati europei e giapponesi hanno nettamente sovraperformato i mercati USA nel segmento small cap.
Che cosa succederà nei prossimi mesi? Beh, non è semplice delineare un quadro ben definito. Direi che le prospettive di crescita economica in Europa sembrano tra le più solide che abbiamo visto da molto tempo. Ma penso anche che assisteremo a una svolta da parte dell'amministrazione Trump, con l'auspicio che vi siano vari accordi commerciali proclamati nei prossimi due mesi e una maggiore attenzione all'espansione fiscale. Il cosiddetto "Big Beautiful Bill" è entrato in vigore all'inizio di luglio, con la speranza che dia un impulso alla crescita, e anche un deciso slancio alla deregolamentazione negli Stati Uniti. In sostanza, gli elementi della politica di crescita definiti nel programma MAGA (Make America Great Again) dovrebbero auspicabilmente portare a un miglioramento del sentiment verso gli Stati Uniti, rispetto allo stallo iniziale registrato finora nel 2025.
Non ho quindi una propensione assoluta per una regione rispetto a un'altra, ma posso sostenere dei solidi argomenti a favore delle small cap rispetto alle large cap all'interno di ciascuna regione.
Le small cap offrono agli investitori un'ampia esposizione all'AI?
Questa in effetti è una domanda assai ricorrente. La risposta è che nelle small cap non si ritrova la stessa esposizione all'AI che si ottiene nelle large cap. Cosa intendo dire, nello specifico? Nel segmento small cap non troviamo degli "hyperscaler" in grado di competere con colossi come Google, Microsoft e Meta. Ma credo che l'AI avrà un impatto enormemente positivo nel segmento small cap. La mia affermazione trae spunto dal concetto dei guadagni di produttività che sorgono con l'AI.
E se si pensa alle aree del mercato che ne trarranno i maggiori benefici, troviamo proprio quelle società che hanno una quota maggiore dei loro costi in manodopera. Questi datori di lavoro assorbono una fetta enorme della forza lavoro e, se si confronta il mercato delle small cap rispetto alle large cap, è evidente che nel primo dovremmo registrare i suddetti guadagni di produttività.
Le small cap, grazie al loro livello dimensionale, spesso riescono a integrare l'AI nei loro processi con grande anticipo rispetto ad alcune delle società di maggiori dimensioni. E se osservo l'universo [delle small cap] e analizzo i titoli in cui possiamo investire, trovo dei venditori al dettaglio che integrano l'AI nelle loro piattaforme online, offrendo un'esperienza di acquisto personalizzata. Noto che l'AI viene utilizzata per compilare i moduli assicurativi dei medici negli USA, per velocizzare tale incombenza, con le small cap di nuovo protagoniste. Vedo società di ricerche di mercato con sede in Europa che utilizzano l'AI per costruire solide banche dati in grado di rendere più fruibili le informazioni ai loro venditori, consumatori e clienti finali. Rilevo quindi che l'AI viene utilizzata costantemente nel segmento small cap e, in definitiva, penso che i guadagni di produttività si percepiranno maggiormente proprio nelle small cap.
C'è ancora un vantaggio di valutazione per le small cap?
Penso di sì. Se osserviamo la valutazione attuale delle small cap, in termini di P/E atteso, rispetto ai dati del passato, essa è di poco superiore a 16 volte il rapporto prezzo-utili stimato. Dunque più o meno in linea con la media storica. Tutto sommato è un buon punto di ingresso. Non è a forte saldo, ma di certo non può essere considerata una quotazione elevata. E in una fase in cui credo che assisteremo a un'accelerazione della crescita sottostante, con conseguente maggiore crescita degli utili, penso che ci siano degli ottimi margini di rialzo.
Il dato particolarmente interessante, lo ribadisco anche se lo abbiamo rilevato a più riprese negli ultimi anni, è che le small cap scambiano a forte sconto rispetto alle loro competitor più grandi. Tutto ciò malgrado la stagione in corso dei tagli dei tassi. Se dovessimo assistere a una continua discesa dei tassi, con un sentiment verosimilmente più accomodante e forse un presidente della Fed più "malleabile" sull'inflazione nel 2026, penso che lo sconto di valutazione rispetto alle large cap verrà analizzato più in dettaglio, e ci sono buone possibilità che tale divario possa ridursi.
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