Una Terra sostenibile è un obiettivo realistico o pura illusione?
Considerare la Terra come un’isola dalle risorse limitate mette in evidenza l'importanza di valutare i rischi sistemici legati al consumo eccessivo, tenere conto dei fattori ambientali nelle strategie di investimento a lungo termine e sostenere aziende impegnate in pratiche sostenibili.

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In sintesi
- Il concetto di 'capacità di carico' sottolinea il rischio di un utilizzo non sostenibile delle risorse limitate del pianeta, diventando un elemento chiave per valutare la dipendenza a lungo termine delle aziende dal capitale naturale, ovvero l'ambiente.
- Questa prospettiva rafforza l’importanza di orientare gli investimenti verso imprese che adottano pratiche sostenibili, come l’impiego di materiali riciclabili o il miglioramento dell’efficienza energetica nel settore delle costruzioni.
- Gli investitori sono chiamati a considerare l’impronta ecologica dei propri investimenti, privilegiando aziende che conferiscono priorità ala sostenibilità, con l’obiettivo di tutelare il valore delle partecipazioni nel lungo periodo e, ove possibile, favorirne la crescita.
Quando ci si interroga sulla possibilità di una Terra sostenibile, alcuni concetti chiave della scienza e dell’economia offrono dei punti di vista utili per individuare opportunità di investimento. Tra questi, assume particolare rilievo il concetto di 'capacità di carico', sviluppato nell’ambito dell’ecologia. La capacità di carico risponde a una domanda fondamentale: quante risorse può fornire un determinato ecosistema per sostenere una specifica popolazione senza comprometterne l’equilibrio? Uno degli esempi più noti è quello della popolazione di alci sull’isola di Isle Royale. Quest'isola, situata nello stato del Michigan (Stati Uniti), è una riserva naturale accessibile solo via barca. Lo studio della popolazione di alci ha evidenziato come le sue dimensioni siano strettamente legate alla disponibilità di vegetazione e alla presenza di predatori sull'isola.
Il concetto di sostenibilità ambientale nasce dall’applicazione della capacità di carico a sistemi isolati, come un’isola, e si estende alla Terra stessa, che dallo spazio appare come un’unica grande isola.
La Terra: un'isola nello spazio
Vedere la Terra come un’isola implica riconoscere che dispone di risorse finite, sufficienti solo per sostenere una popolazione fino a un certo limite. Se così è, ci si può chiedere come la vita riesca a persistere nonostante la disponibilità limitata di risorse. Per rispondere a questa domanda, è utile richiamare un principio scientifico fondamentale: la Legge della conservazione della massa, secondo cui, in una reazione chimica, la materia non si crea né si distrugge, ma si trasforma. Secondo questo principio, tutta la materia necessaria alla vita deve già trovarsi sulla Terra. È quindi fondamentale riconoscere, come collettività, che la Terra dispone di una quantità finita di risorse come la massa, da condividere tra tutti gli esseri viventi. Queste risorse sono condivise, accessibile a tutti, ma una volta utilizzate non sono più disponibili per altri. Se continuiamo ad attingere da questa riserva senza reintegrarla, inevitabilmente finirà per esaurirsi. Tuttavia, la Terra è dotata di processi naturali di riciclo, come il ciclo dell’acqua, del carbonio, dell’ossigeno e altri cicli biogeochimici, che consentono il riutilizzo delle risorse, pur richiedendo tempo per completarsi.
Questa capacità fa apparire la sostenibilità come un obiettivo raggiungibile. Perché la Terra sia davvero sostenibile, il ritmo di consumo delle risorse non deve superare quello con cui la natura è in grado di rigenerarle. Questo equilibrio è essenziale per garantire la sostenibilità, ma viene messo a rischio dal fenomeno noto come la 'tragedia dei beni comuni'. Secondo questa teoria economica, quando gli individui hanno accesso illimitato a una risorsa condivisa, tendono a sfruttarla in modo eccessivo, portando all’esaurimento più rapido della risorsa rispetto alla sua capacità di rigenerazione.
Un esempio classico è il sovrasfruttamento di un pascolo comune, condivisa dagli abitanti di un villaggio. Se ogni abitante del villaggio introducesse troppe pecore nel pascolo, l’erba verrebbe consumata più rapidamente di quanto possa ricrescere. Il risultato sarebbe una popolazione ovina insostenibile per il pascolo. La tragedia dei beni comuni dimostra che, in assenza di regole, è altamente probabile che una risorsa condivisa venga sfruttata oltre misura. La sfida della sostenibilità consiste quindi nel garantire che il consumo di queste risorse non superi la capacità della Terra (oppure della tecnologia) di rigenerarle, così da assicurarne la disponibilità anche per le generazioni future.
I vantaggi di investire nella sostenibilità
Cosa implica, per un investitore, considerare la Terra come un’isola con risorse naturali intese come bene comune? Gli investitori dovrebbero:
- Valutare con attenzione il rischio sistemico legato al consumo eccessivo di risorse da parte delle aziende in portafoglio, analizzandole dal punto di vista del loro impatto a livello sistemico.
- Tenere conto che l’ambiente rappresenta un attivo nei modelli di investimento a lungo termine.
- Riflettere se sostenere imprese che adottano misure concrete per contribuire a un’economia più sostenibile, proteggendo al contempo il valore futuro delle proprie partecipazioni.
Emerge una solida tesi d’investimento a favore delle aziende che gestiscono con responsabilità l’uso e il riutilizzo delle risorse considerate un bene comune. Un esempio è Saint-Gobain, gruppo globale nel settore dei materiali da costruzione, che ambisce a diventare il leader mondiale nell’edilizia leggera e sostenibile. Presente in 76 Paesi, con 160.000 dipendenti e un fatturato vicino ai 50 miliardi di euro, l’azienda è guidata da una missione ambiziosa, 'Making the world a better home', ovvero 'rendere il mondo una casa migliore'. Saint-Gobain gioca un ruolo di primo piano nella costruzione e ristrutturazione di abitazioni a basso costo, rispondendo in modo concreto alle esigenze di una popolazione globale in crescita. Le sue soluzioni integrate offrono importanti benefici ambientali e sociali: miglioramento dell'efficienza energetica, riduzione del carbonio incorporato, uso più efficiente delle risorse naturali e potenziamento delle prestazioni termiche, acustiche e di sicurezza degli edifici. Il tutto senza compromettere l’accessibilità economica.
Nel contesto dell’economia circolare, il settore edile si distingue per la sua significativa impronta ecologica, essendo responsabile di circa il 40% dei rifiuti solidi e di quasi la metà del consumo globale di risorse naturali. Saint-Gobain si impegna attivamente a ridurre questi impatti attraverso una serie di iniziative mirate a migliorare la sostenibilità del settore. L’azienda ha riconfigurato i propri impianti e processi produttivi per integrare materiali riciclati e collabora attivamente con le istituzioni per potenziare i sistemi di raccolta dei materiali da riciclare. Una parte significativa della sua offerta, tra cui figurano cartongesso, lana di vetro e vetro piano, è riciclabile all'infinito, a conferma dell’impegno concreto verso modelli produttivi sostenibili e circolari.
Saint-Gobain non solo adotta le migliori pratiche nel settore dei materiali da costruzione, ma ottiene anche un vantaggio competitivo in un contesto in cui la sostenibilità è sempre più centrale nelle decisioni di acquisto dei consumatori. L’azienda ha rilevato un crescente interesse da parte dei clienti per le dichiarazioni ambientali di prodotto (EPD). Tramite tali strumenti, basati sull’analisi del ciclo di vita. Saint-Gobain è in grado di confrontare in modo trasparente le performance ambientali dei propri prodotti rispetto a quelli della concorrenza, rafforzando così la propria posizione di leadership nell’edilizia sostenibile. Attraverso l’emissione di EPD, Saint-Gobain Glass supporta clienti come architetti, studi di ingegneria e società di appalto nell’ottenimento di certificazioni di sostenibilità edilizia di riferimento a livello internazionale, che comprendono, fra le altre, la Leadership in Energy and Environmental Design (LEED), la Building Research Establishment Environmental Assessment Method (BREEAM) e la Deutsche Gesellschaft für Nachhaltiges Bauen (DGNB).
Con uno sguardo rivolto al futuro, Saint-Gobain sta progettando i propri prodotti e soluzioni in materia costruttiva affinché possano essere facilmente separati e recuperati in fase di decostruzione. L’azienda si è posta l’obiettivo, entro il 2030, di ridurre dell’80% i rifiuti non recuperabili e del 30% l’uso di materiali vergini. Già oggi, oltre il 50% delle vendite deriva da prodotti coperti da analisi del ciclo di vita verificate e da dichiarazioni ambientali di prodotto, con un obiettivo del 100% entro il 2030.1 Questo approccio lungimirante non solo rafforza l’attrattiva per gli investitori, ma consolida anche il ruolo dell’azienda nella promozione di pratiche sostenibili in settori ad alto impatto come quello delle costruzioni.
Questo è esattamente il tipo di strategia che cerchiamo nelle società con un’elevata attrattiva dal punto di vista degli investimenti. Riteniamo che le aziende capaci di consolidare il proprio ruolo nella promozione di pratiche sostenibili offrano un significativo potenziale a lungo termine per generare ritorni finanziari concreti per gli investitori.
Il BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method) è uno dei metodi di valutazione della sostenibilità più diffusi a livello globale per edifici e infrastrutture. È progettato per migliorare le prestazioni a livello ambientale e promuovere pratiche costruttive sostenibili. Il sistema valuta gli edifici secondo diversi criteri, tra cui il consumo energetico, la gestione dell’acqua, i materiali utilizzati, la produzione di rifiuti e altri aspetti, offrendo un approccio integrato alla sostenibilità ambientale.
La capacità di carico (carrying capacity, in inglese) indica il numero massimo di individui di una specie che un ambiente può sostenere nel tempo senza compromettere le risorse naturali e le funzioni degli ecosistemi. Questo concetto, centrale negli studi in materia ambientale, serve a definire il limite oltre il quale la pressione su un ecosistema diventa insostenibile, rischiando di causare danni ambientali e l'esaurimento delle risorse.
Le risorse classificate come beni comuni sono disponibili collettivamente, ma la loro quantità è finita. Limitare l’accesso a queste risorse è complesso, e il loro impiego da parte di un singolo ne compromette la disponibilità per la collettività. Esempi di beni comuni includono le risorse ittiche, le foreste, le falde acquifere e i pascoli. Una gestione responsabile e strategie di conservazione efficaci sono fondamentali per prevenire lo sfruttamento eccessivo, fenomeno noto come la 'tragedia dei beni comuni'. Per questo è necessaria una regolamentazione attenta, in grado di evitare un uso eccessivo e il conseguente esaurimento delle risorse.
DGNB La Deutsche Gesellschaft für Nachhaltiges Bauen (DGNB), ovvero l'Associazione tedesca per l’edilizia sostenibile, è un'organizzazione senza scopo di lucro che promuove e certifica edifici e quartieri sostenibili sia in Germania che a livello internazionale.Il sistema di certificazione DGNB valuta gli edifici in base al loro impatto ambientale, economico e socioculturale lungo tutto il ciclo di vita, dalla fase di progettazione fino alla demolizione.
Il LEED (Leadership in Energy and Environmental Design, in inglese), invece, è uno dei sistemi di certificazione per edifici sostenibili più riconosciuti a livello globale, sviluppato dall'associazione statunitense Green Building Council USGBC).Fornisce un quadro di riferimento per la progettazione, la costruzione e la gestione di edifici che siano più responsabili dal punto di vista ambientale, più efficienti nell’uso dell’energia e più salubri per chi li abita. La certificazione LEED viene conferita sulla base delle prestazioni di un progetto in diverse categorie, tra cui efficienza idrica, uso dell’energia e qualità dell’ambiente interno.
Analisi del ciclo di vita (Life Cycle Analysis, LCA): questo approccio valuta l’impatto ambientale di un prodotto o servizio lungo l’intero arco della sua esistenza, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento finale. Permette alle aziende di comprendere le implicazioni ambientali delle proprie attività e di compiere scelte più consapevoli per minimizzare gli effetti negativi.
1Fonte: Saint-Gobain, ‘Our Actions and Targets – Sustainability’
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