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Quick View: cosa comporteranno per i mercati i dazi di Trump nel giorno della liberazione?

Mentre i mercati aspettano chiarimenti sull'imprevedibile programma dei dazi dell'amministrazione Trump, Oliver Blackbourn, Gestore di portafoglio, e Adam Hetts, Global Head of Multi-Asset, delineano alcune considerazioni fondamentali per gli investitori.

Oliver Blackbourn, CFA

Gestore di portafoglio


Adam Hetts, CFA

Global Head of Multi-Asset | Gestore di portafoglio


31 marzo 2025
5 minuti di lettura

In sintesi

  • Mentre praticamente ogni aspetto dell'annuncio sui dazi globali rilasciato dal Presidente Trump il 2 aprile resta poco chiaro, quello che è sicuro è che probabilmente i dazi avranno effetti negativi sulla crescita economica, sui consumatori e sui mercati.
  • Forse la vera domanda da porsi è se una guerra commerciale globale possa spingere in recessione globale un'economia nella fase finale del ciclo. Anche se crediamo che la risposta continui a essere "no", le azioni statunitensi restano relativamente costose, dunque potenzialmente sensibili a brutte sorprese.
  • Tuttavia, va osservato che le politiche di stimolo in Europa e in Cina potrebbero associarsi alle future politiche di incentivo statunitensi, creando un contesto fertile per gli investitori attivi nel medio termine. Rimanere investiti in un portafoglio ben bilanciato, pertanto, può essere il modo migliore per superare la volatilità attuale.

Il "giorno della liberazione" potrebbe o meno liberare i mercati dall'impasse in cui si trovano rispetto alla politica commerciale statunitense. Gli investitori e i team di gestione delle aziende non amano l'incertezza, e gli annunci sui dazi, forniti in modo frammentario e inaffidabile, ne stanno creando un bel po'.

A quanto pare mercoledì saranno introdotti molti dazi, ma ogni altro aspetto, dall'entità alle tempistiche, alle differenze tra i singoli Paesi, resta incerto. Le stime su quale sarà l'aliquota media dei dazi variano da qualche punto percentuale, in un quadro moderato, a numeri a due cifre, in scenari meno ottimistici. Resta inoltre poco chiaro in che misura i dazi siano una strategia di negoziazione per raggiungere altri scopi, più che essere l'obiettivo reale. La cosa certa è che molto probabilmente i dazi penalizzeranno la crescita economica, i consumatori e i mercati.

Le preoccupazioni dei consumatori

I consumatori statunitensi hanno già manifestato le loro perplessità sui dazi nei recenti sondaggi. Dal Consumer Sentiment Survey dell'Università del Michigan è emerso che i consumatori americani prevedono un'inflazione media del 5% il prossimo anno. Se da un lato questa previsione deve essere presa con le pinze, dall'altro è stata accompagnata da un significativo calo della fiducia dei consumatori, che temono un aumento dei prezzi causato dai dazi.

University of Michigan Consumer Sentiment Index, 31 gennaio 1999 – 31 marzo 2025

Fonte: Bloomberg, al 31 marzo 2025.

Anche il sentiment delle aziende è calato, dopo un sensibile rialzo registrato nella seconda metà del 2024. Negli Stati Uniti regna il timore che l'aumento dei prezzi dovuto ai dazi incida sul reddito reale e sulla crescita della spesa. Al di fuori degli Stati Uniti, dove le esportazioni di merci tendono a essere economicamente più significative, il problema è più legato all'impatto sull'industria e alle ripercussioni sull'economia in generale.

Implicazioni per i mercati

Di recente sono emerse evidenti differenze nelle performance dei mercati. Dopo i buoni risultati seguiti alle elezioni statunitensi del novembre 2024, le azioni USA hanno subito le perdite maggiori sulla scia dell'incertezza dilagata nel 2025. Alle azioni statunitensi sono mancati i catalizzatori positivi che hanno spinto al rialzo i titoli europei e cinesi da inizio anno, poiché entrambi i Paesi hanno beneficiato di nuove politiche di stimolo da parte dei rispettivi governi. Tuttavia, questo li ha resi entrambi piuttosto vulnerabili – soprattutto l'Europa, dove sembra esserci un ampio divario temporale tra le implicazioni negative dell'applicazione immediata dei dazi e l'impatto a più lungo termine dell'aumento della spesa pubblica.

Anche se è sempre difficile capire cosa sconteranno i mercati prima di un evento, possiamo esaminare alcune aree per fornire qualche indicazione. Dai sondaggi tra gli investitori emerge che le aspettative riguardo a una possibile implementazione più ampia dei dazi restano moderate, anche se ora sono più allineate alla retorica rispetto a dicembre. Questo significa che, se le affermazioni sono in linea con i contenuti, una reazione più negativa è ancora possibile. Analogamente, le valutazioni rimangono elevate rispetto ai dati storici, il che indica che un esito più problematico sugli utili potrebbe portare a ulteriori ribassi.

Tuttavia, rileviamo anche segnali di eccessivo pessimismo, che potrebbero indicare un'estensione dei movimenti dei mercati. Ciò è evidente nei risultati dei sondaggi, che mostrano come il sentiment degli investitori retail e professionali statunitensi si sia inasprito a livelli estremi. Questo atteggiamento ribassista verso i mercati è spesso associato a rendimenti migliori in futuro, ma non escluse ulteriori ribassi. Tuttavia, va osservato che i segnali di resa da parte degli investitori istituzionali sono stati meno evidenti. Questo potrebbe comunque causare ulteriori vendite, se il flusso di notizie dovesse continuare a destare preoccupazioni.

Considerazioni sul posizionamento del portafoglio

Forse la vera domanda da porsi è se una guerra commerciale globale possa spingere in recessione globale un'economia nella fase finale del ciclo. Anche se crediamo che la risposta continui a essere "no", le azioni statunitensi restano relativamente costose, dunque potenzialmente sensibili a brutte sorprese rispetto al giorno della liberazione o a qualsiasi altra pubblicazione di dati negli Stati Uniti (ad es. l'Indice dei Responsabili degli Acquisti del settore manifatturiero dell'Institute for Supply Management e le buste paga non agricole).

Vale anche la pena ricordare che è notoriamente difficile prevedere i tempi dei mercati, e che alcune delle migliori giornate del mercato spesso coincidono con periodi di incertezza. Per gli investitori che riusciranno a superare questa volatilità di breve termine, le politiche di stimolo in Europa e in Cina potrebbero associarsi alle future politiche di incentivo statunitensi (ad es. imposte, deregolamentazione), creando un contesto fertile per gli investitori attivi nel medio termine. Rimanere investiti in un portafoglio ben bilanciato, pertanto, può essere il modo migliore per superare la volatilità attuale.

INFORMAZIONI IMPORTANTI

I titoli azionari sono soggetti a rischi, compreso il rischio di mercato. I rendimenti fluttueranno in risposta a sviluppi relativi all'emittente o politici ed economici.

I titoli esteri sono soggetti a oscillazioni valutarie, incertezza politica ed economica, maggiore volatilità e minore liquidità, tutte situazioni amplificate nei mercati emergenti. I titoli obbligazionari sono soggetti al rischio tassi d'interesse, di inflazione, di credito e di default. Con l'aumento dei tassi d'interesse, i prezzi delle obbligazioni di solito diminuiscono, e viceversa.

La politica monetaria è l'insieme delle politiche di una banca centrale, volte a influenzare il livello di inflazione e di crescita di un'economia. Comprende il controllo dei tassi di interesse e dell'offerta di denaro.

Il quantitative easing (QE) o allentamento quantitativo è una politica monetaria utilizzata occasionalmente dai governi per aumentare l'offerta di moneta acquistando titoli di Stato o altri titoli sul mercato

La volatilità è la rapidità e l'ampiezza delle oscillazioni positive o negative del prezzo di un portafoglio, un titolo o un indice di mercato. Se le oscillazioni del prezzo sono ampie, la volatilità è alta. Se le oscillazioni del prezzo sono più lente e di minore portata, la volatilità è più bassa. Più alta è la volatilità, più alto è il rischio dell'investimento.

Queste sono le opinioni dell'autore al momento della pubblicazione e possono differire da quelle di altri individui/team di Janus Henderson Investors. I riferimenti a singoli titoli non costituiscono una raccomandazione all'acquisto, alla vendita o alla detenzione di un titolo, di una strategia d'investimento o di un settore di mercato e non devono essere considerati redditizi. Janus Henderson Investors, le sue affiliate o i suoi dipendenti possono avere un’esposizione nei titoli citati.

 

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